La nascita di Udine si perde negli oscuri meandri della Storia. Alcuni reperti risalenti al neolitico farebbero pensare ad un precedente insediamento celtico. Inoltre frammenti architettonici di età tardo-romana sembrano ricondurre ad un centro paleocristiano. A ciò si aggiunge la leggenda popolare secondo cui Attila in persona avrebbe fatto erigere la collina del castello, costringendo i soldati ad usare i loro elmi per trasportare la terra necessaria: da quell’altura il re degli Unni avrebbe potuto godere dell’incendio che nel 452 d.C. devastò Aquileia. Di fatto agli inizi del X secolo il tratto di pianura che si estende tra il Tagliamento e l’Isonzo sembra privo di qualsiasi controllo militare e politico. Nel suo mezzo, l’unico colle nel raggio di chilometri rappresenta un’allettante posizione strategica dove costruire una roccaforte. La prima testimonianza scritta risale al 983 d.C.: un documento con il quale Ottone II cede il cosiddetto Castrum Utini al Patriarca di Aquileia. Il primo insediamento si sarebbe dunque sviluppato proprio in questo periodo attorno ad un castello sorto sulla collina, secondo una dinamica tipicamente altomedievale: l’abbandono delle pianure, incolte e selvagge, e l’arroccamento in alture fortificate, facilmente difendibili.
Il castello funge così da centro catalizzatore, in primis del potere spirituale: ad esso si affianca ben presto la Chiesa di Santa Maria del Castello. A questo punto si rende necessaria una strada, per evitare l’isolamento del nuovo centro. La difesa assicurata dalla fortezza e i servizi offerti dal clero permettono lo sviluppo di un primo insediamento subcastrale, alle pendici del colle. In corrispondenza della strada sorgono le prime case e soprattutto le prime botteghe. Qui la strada si allarga per favorire il commercio: ancora oggi via Mercatovecchio mantiene questa struttura, allargandosi improvvisamente alle pendici del colle. Nel XII secolo l’arrivo di mercanti toscani e il conseguente accrescersi dei traffici rende necessaria una cinta muraria. Della prima cerchia muraria, risalente al 1171, è ancora visibile la Porta Ovest: si tratta di porta Poscolle antica, al termine di via Rialto. Udine diviene presto una villa, ovvero un borgo rurale, retta da un gastaldo nominato dal patriarca di Aquileia.
A partire dai primi anni del ‘200 il nucleo originario si sviluppa per iniziativa del Patriarca Bertoldo di Andechs, il quale in un primo momento concede alla città il privilegium fori, ovvero il diritto ad un mercato permanente. La città si ingrandisce e le attività commerciali si trasferiscono più a Sud-Ovest, nella zona dell’attuale Piazza Matteotti. Uno spazio, quest’ultimo, originariamente diviso in tre aree: il mercato delle erbe, la carnezzeria e i beccai, destinati alla vendita della carne, e infine un piazzale dedicato alle esecuzioni pubbliche. Il mercato del grano si trovava, invece, in corrispondenza dell’attuale Piazza XX Settembre. Nel 1233 un nuovo avvenimento sconvolge la vita cittadina: lo stesso Patriarca Bertoldo trasferisce a Udine la sede vescovile di Aquileia, trasformandola nella capitale religiosa e amministrativa del Patriarcato. Ciò comporta una svolta anche nelle relazioni estere. Udine diviene un crocevia fondamentale: passaggio obbligato dopo il valico delle Alpi presso Tarvisio e passaggio obbligato per raggiungere i Balcani e i feudi imperiali in Tirolo e nel Norico. Nel frattempo l’arrivo del Patriarca comporta la creazione di una zona sacra imperniata attorno alla sua figura: è l’odierna zona dei Musei Diocesani. Immediatamente al di fuori della cinta muraria, l’attuale Piazza I Maggio diviene il giardino privato del Patriarca. Nel 1236 la necessità di un luogo di culto all’altezza della carica vescovile porta alla costruzione del Duomo. Nel frattempo attirati dal potere temporale, si trasferiscono in città numerosi ordini religiosi: Francescani e Domenicani, ma anche i Celestiniani – che ottengono il privilegio di stabilirsi nei pressi del giardino del Patriarca, nell’attuale Santuario della Beata Vergine delle Grazie – e infine le clarisse della Chiesa di Santa Chiara, oggi all’interno dell’Istituto Uccellis. Si rende necessaria una nuova cinta muraria, eretta nel 1291: sono oggi visibili Porta Nuova, Porta Grazzano e Porta Manin, e ne resta ancora traccia di fronte a Palazzo Antonini, sede dell’Università. Da questo momento Udine prospera: nel 1335 viene consacrato il Duomo e nel 1368 l’imperatore Carlo IV visita la città. Ma tanta ricchezza attirerà ben presto le brame espansionistiche della Repubblica di Venezia che nel 1420 occuperà manu militari il Patriarcato. Inizia una nuova era.
Nato a Chioggia il 23 dicembre 1996. Veneto di nascita, con radici istriane, udinese d’adozione. Studia Storia presso la Scuola Superiore dell’Università degli Studi di Udine. Acerrimo nemico dell’indifferenza e terribilmente curioso, assetato di conoscenza, inguaribile ottimista. Alla continua ricerca di qualcosa di cui meravigliarsi. Ama i dipinti di Monet e le poesie di Mario Luzi. Scrive per esplorare, perché non sa farne a meno.
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