Dopo gli sconquassamenti causati dalla tappa di domenica con arrivo sul Piancavallo, la Corsa Rosa si gode il meritato giorno di riposo. Un giusto momento di relax in vista di una terza settimana di gara che, salvo stravolgimenti dell’ultima ora causati dal maltempo, si prospetta durissima.

Prima di procedere verso le montagne che scriveranno la classifica finale, il Giro ci riserva ancora una giornata nella nostra regione. Un tappa mica da ridere: sei gran premi della montagna ( più di ogni frazione di questa edizione), 229 chilometri tra Udine, le Prealpi Giulie e le colline attorno a San Daniele. Una specie di Giro di Lombardia spostato un paio di regioni più a est.

Partenza, come detto, dal centro di Udine per poi traferirsi verso Savorgnano del Torre e Faedis, dove inizierà la scalata alla Madonnina del Domm. È la salita più lunga di giornata: 11 km al 7,1% di pendenza, con punte massime del 12% tra la frazione di Canebola e la Bocchetta di Sant’Antonio, in prossimità del bivio per le tristemente famose malghe di Porzus. Ascesa ostica, che come si dice in gergo “non molla quasi mai”, fatta eccezione per gli ultimi 500 metri prima dello scollinamento. Segue la veloce discesa che porterà al primo passaggio della frazione a Cividale del Friuli.

Raggiunta la città longobarda, ci si dirgerà verso le valli del Natisone, passando per Pulfero, San Pietro al Natisone e San Leonardo, punto d’inizio della salita verso il Monte Spig. Sono “solo” 6,4 chilometri di fatica, ma il tratto più difficile si trova nella prima metà della scalata, con pendenze che raggiungono anche il 14% e raramente scendono sotto il 10%. Nel complesso la pendenza media è del 7%, visto che il tratto fino alla sommità è decisamente, tranne per la rampa finale, più agevole. Si tratta di una salita meno conosciuta al grande pubblico, ma probabilmente più familiare agli appassionati come una delle vie per raggiungere il santuario di Castelmonte, posto poco dopo lo scollinamento.

Nuova discesa, secondo e ultimo passaggio a Cividale, trasito al traguardo volante di Moimacco e siamo di nuovo a Faedis, ma stavolta prende per Attimis e Nimis. Da qui, dopo un lungo falsopiano, si va verso Monteaperta, salita breve ma estremamente decisa: in 3,7 chilometri la strada guadagna quasi 250 metri di dislivello e da subito si impenna oltre il 10%, fino a raggiungere un breve tratto al 17% nel tratto centrale della scalata. Le pendenze si addolciscono nel chilometro finale, man mano che ci si avvicina al gran premio della montagna.

Inizia quindi un lungo tratto in discesa per riportare la corsa verso il Tagliamento: si passa per Lusevera, Tarcento, Buja e si arriva infine a Majano, dove non segnalato come GPM si affronta il muro del castello di Susans, con pendenze che sfiorano il 20%.  È l’inizio nel circuito finale, da ripetere 3 volte: in 27 chilometri si affrontano il muro di Susans, il Monte di Ragogna dal suo versante più duro, partendo da Muris, lo strappo di via Sottomonte e la rampa di via Umberto I sul traguardo nel cuore di San Daniele.

Il Monte di Ragogna, si sdoppia, si triplica, diventa uno e trino, funge da quarto, quinto e sesto gran premio della montagna di tappa: tre terribili chilometri al 10,3% di pendenza media e massime del 16%, con la strada che spiana solo poco prima della sommità, in corrispondenza del magnifico panorama sul Tagliamento. Una classicissima del ciclismo friulano, che già nel 1991 vide Gianni Bugno staccare il gruppo dei migliori e poi lanciarsi verso San Daniele per conquistare il titolo di campione italiano. Lo stesso potrebbe fare domani qualche attaccante tra i più spericolati, sperando di resistere al ritorno degli inseguitori sulle pendenze in doppia cifra di via Sottomonte, rifiatare giusto un attimo nella brevissima discesa verso via Umberto I e dare tutto sul rettilineo d’arrivo, in salita fino al traguardo.

Una tappa che anche se magari non porterà sconvolgimenti nella classifica generale, sicuramente darà grande spettacolo. Il Giro d’Italia si appresta a lasciare il Friuli in grande stile.

 

Photo: https://food.firstonline.info/prosciutto-san-daniele-nuovo-disciplinare-piu-qualita/