“Il Friuli ringrazia e non dimentica” c’era scritto sui muri delle case terremotate del maggio del 1976 durante i lunghi mesi della ricostruzione. “Il Friuli ringrazia e non dimentica” è anche il titolo del concerto commemorativo organizzato dalla Banda Comunale di Azzano Decimo “Filarmonica di Tiezzo 1901” in collaborazione con il Circolo Culturale Musicale “Giuseppe Verdi” di Fontanafredda, andato in scena per la prima volta ieri sera nella piazza – gremitissima – di Azzano Decimo.
Il concerto è nato dall’emozione condivisa nel ripensare al sisma del 1976 e dalla necessità di trasmettere ai giovani, a chi non ha non ha vissuto il terremoto, la memoria di quell’evento e soprattutto di ciò che è venuto dopo: la ricostruzione di case e vite pietra su pietra, “dov’era e com’era”.
Ieri sera, dunque, musica e racconto sono diventati un tutt’uno: i racconti dei testimoni del terremoto, si sono alternati a brani originali per coro e banda composti per questa occasione dalla Maestra Elena Buset, direttrice della Banda Comunale, e dal Maestro Arno Barzan del Circolo Culturale Giuseppe Verdi. Ci siamo emozionati tutti, in platea: abbiamo provato la spensieratezza di un girotondo, la paura della scossa e infine il sollievo della speranza.
Soprattutto in queste occasioni, in cui le parole rischiano di essere troppe e ridondanti, fare memoria non è sufficiente se non si traduce in un gesto di concreta solidarietà per gli altri. Per questo motivo, al termine dello spettacolo, è stata organizzata una raccolta fondi in favore delle popolazioni nepalesi vittime terremoto dell’aprile 2015. E’ questo il Friuli che non dimentica l’aiuto ricevuto.
Se vi siete persi questo concerto, niente paura! La Banda Comunale di Azzano Decimo e il Circolo Culturale Musicale “Giuseppe Verdi” si esibiranno nuovamente a Fontanafredda domenica 29 maggio alle 18.
Nata a Pordenone nel 1993, mi sono laureata in Storia a Ca’ Foscari (Venezia), dove sto proseguendo gli studi in Storia Contemporanea. Tra i fasti della Serenissima ho scoperto la passione per le zone industriali e ora mi sto specializzando in storia del lavoro e dell’impresa. Guido cantando – solo quando sono sola, perché mi vergogno – e non esco mai senza un romanzo e un registratore con batterie di riserva: convinta che le storie si nascondano ovunque, non voglio essere impreparata quando ne scovo una.
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