Pur essendo il Friuli – Venezia Giulia una delle aree più piovose d’Italia, nei Magredi l’acqua non si vede, scompare sotto la superficie per riaffiorare alle porte di Pordenone. Si tratta dunque di un ambiente quasi paradossale che, popolato da specie rare di piante e animali, rappresenta anche l’area di sosta per alcuni uccelli migratori, tra i quali gru e cicogne.
Far conoscere questo territorio unico è stato lo scopo del workshop fotografico di Sergio Vaccher e Stefano Tubaro, il cui esito è il volume Dai Magredi al Noncello, presentato ieri sera presso la Gelateria Montereale. All’incontro coordinato da Alessandra Santin è intervenuto anche Stefano Fabian, responsabile della comunicazione del Progetto Life Magredi Grassland FVG.
I due fotografi hanno sottolineato l’importanza del loro lavoro come esercizio di lettura del territorio, in particolare Vaccher, appassionato di fotografia sportiva, ha raccontato di essere alla costante ricerca dei “volti della fatica”, così li definisce lui stesso, cercando però prospettive mai scontate per documentarne al meglio i dettagli.
I Magredi sono infatti la cornice in cui si svolge ogni anno la Magraid, una maratona nella steppa pordenonese giunta ormai alla nona edizione: proprio la A.S.D. Triathlon Team, assieme alla Propordenone, hanno collaborato alla realizzazione del volume, in cui sono stati raccolti gli scatti dei partecipanti al workshop.
Stefano Fabian, oltre a raccontare nel dettaglio alcune caratteristiche ambientali di questo territorio, ha ricordato che la Regione si sta impegnando alla salvaguardia della biodiversità dei Magredi, minacciati dall’avanzata di alcune specie invasive.
Si ricorda che è possibile ammirare le fotografie di Dai Magredi al Noncello nella mostra allestita presso il Teatro Verdi, aperta dal 15 al 28 settembre.

Nata a Pordenone nel 1993, mi sono laureata in Storia a Ca’ Foscari (Venezia), dove sto proseguendo gli studi in Storia Contemporanea. Tra i fasti della Serenissima ho scoperto la passione per le zone industriali e ora mi sto specializzando in storia del lavoro e dell’impresa. Guido cantando – solo quando sono sola, perché mi vergogno – e non esco mai senza un romanzo e un registratore con batterie di riserva: convinta che le storie si nascondano ovunque, non voglio essere impreparata quando ne scovo una.