Quella che vedete qui riprodotta è una delle monete più apprezzate dagli appassionati di numismatica: le 100 lire Vetta d’Italia, coniate dalla Zecca dello Stato nel 1925, per festeggiare il 25° anniversario della salita al trono di re Vittorio Emanuele III. Al dritto è rappresentato infatti il busto del re, mentre al rovescio un fante vittorioso, che tiene in mano la bandiera del Regno e la Vittoria. La moneta è stata prodotta in 5000 esemplari con l’oro donato dalla popolazione durante la prima guerra mondiale, senza tuttavia mai entrare in circolazione.
Ciò che ci riguarda più da vicino, però, è la firma sotto il piede sinistro del fante: questa moneta, infatti, è stata disegnata dal friulano Aurelio Mistruzzi, nato a Villaorba di Basiliano nel 1880. All’epoca di questo disegno, realizzato nel 1918, Mistruzzi ha già un curriculum di studi notevole: dopo il diploma in agronomia (forse un errore di gioventù?), nel 1899 si iscrive alla scuola di arti e mestieri “Giovanni da Udine”, dove uno dei suoi maestri è lo scultore Luigi De Paoli . Frequenta successivamente l’Accademia delle Belle Arti di Venezia e l’Accademia di Brera a Milano e in seguito alla vincita di un concorso si trasferisce a Roma, studiando con L. Giorgi, capo incisore della Zecca.
La lunga carriera di medaglista del friulano, dal 1920 al 1960, anno della sua morte, si svolge non solo in ambito civile, ma anche presso la Santa Sede, per la quale disegna i modelli delle medaglie annuali, straordinarie, commemorative, giubilari. A conti fatti, i datori di lavoro di Mistruzzi sono ben quattro tra i pontefici più importanti dell’ultimo secolo. Per la sua attività, tra gli altri incarichi, viene invitato a far parte della Giunta della Commissione centrale pontificia per l’arte sacra e nominato incisore “ad perpetuum”.
Aurelio Mistruzzi si distingue anche come scultore monumentale, a partire dal 1915 quando conclude la realizzazione delle sculture per il municipio di Udine. Numerosi soprattutto in provincia di Udine – ma non solo – sono i monumenti ai caduti della Grande Guerra: Basiliano, Gemona, San Daniele, Bertiolo e Cividale, solo per citare qualche esempio. Quasi seguendo le orme del maestro pordenonese De Paoli, inoltre, si dedica alla scultura cimiteriale, con opere destinate ai cimiteri monumentali di Milano, Roma e Torino. Negli anni Venti, dopo aver incontrato Mussolini, realizza busti del Duce per le sedi principali degli italiani all’estero.
Nel 1939, disegna i battenti in bronzo per il portale della chiesa della Visitazione di Gerusalemme e nel 1954 quelli per la cattedrale di Newark nel New Jersey.
Medaglie, statue, portoni in bronzo… non è tutto. Mistruzzi si dedica anche alle opere di oreficeria, tra le quali il tabernacolo per la chiesa del Monte delle Beatitudini in Palestina, realizzato nel 1938.
Insomma, un artista poliedrico e molto attivo, di cui è molto difficile elencare dettagliatamente le opere… occhi aperti, però, perché, come abbiamo cercato di raccontarvi, nei dintorni ce ne sono veramente tantissime!
Nata a Pordenone nel 1993, mi sono laureata in Storia a Ca’ Foscari (Venezia), dove sto proseguendo gli studi in Storia Contemporanea. Tra i fasti della Serenissima ho scoperto la passione per le zone industriali e ora mi sto specializzando in storia del lavoro e dell’impresa. Guido cantando – solo quando sono sola, perché mi vergogno – e non esco mai senza un romanzo e un registratore con batterie di riserva: convinta che le storie si nascondano ovunque, non voglio essere impreparata quando ne scovo una.