Con la sua ricostruzione storicamente accurata, il suo eloquio fantasticamente curato, la sua perfetta voce radiofonica e la sua fantasmagorica capacità narrativa, nella serie di podcast in 20 puntate de Alle otto della sera: la caduta di Costantinopoli, la bizantinista Silvia Ronchey offre agli ascoltatori il quasi mitico e per certi versi inaspettato racconto dell’ultima giornata da cristiana della città di Costantinopoli.
Il programma di RadioRai2 certo non delude con questa serie, che guida l’ascoltatore attraverso il complesso scenario politico e militare che si apriva attorno alla città sul Bosforo nei suoi ultimi giorni da capitale bizantina. Sin dalla prima puntata la professoressa Ronchey descrive con grande professionalità e trasporto la caduta – o la conquista – della città. Dico la caduta o la conquista perché dal primo momento la bizantinista presenta la vicenda attraverso la lettura e la riproposizione di storici di entrambe le parti, o meglio di ognuna della numerose parti che erano presenti di qua o di là dalle mura costantiniane.
Erano molti infatti a combattere per la città, o come direbbe la professoressa Ronchey, erano molti a cercare ti tenere o conquistare la donna che Costantinopoli era. Greci, genovesi, veneziani, turchi, russi e molti altri morirono da entrambi le parti. Cristiani contro musulmani, ma sorprendentemente, come la Ronchey ben presenta, cristiani contro cristiani o musulmani contro musulmani, perché no, dentro Costantinopoli non c’erano solo cristiani e fuori dalle mura non c’erano solo musulmani. Un colore molto più grigiastro colora questa vicenda, non quel bianco o quel nero che molti di noi hanno in mente; ma questo è vero di ogni vicenda storica.
Dalle descrizioni annalistiche di Isidoro di Kiev a quelle poetiche e incantate di Tursun Beg, che spiega come Costantinopoli fosse il pensiero fisso, «la donna con cui Mehmet II passava tutte le sue notti», Silvia Ronchey offre una narrazione inedita, per dirla insieme a lei, quasi erotica di questa data capitale per la storia dell’umanità, cioè il 29 maggio 1453. Una storia quasi erotica insomma, la noia rimane proprio a casa.
Nato negli USA, da sempre vivo in Friuli. Laureato in Lettere Classiche, sono laureato in Filologia Classica presso il Collegio Superiore dell’Università di Bologna e in Studi Interdisciplinari Europei al Collegio d’Europa, campus di Natolin. Fieramente europeo, le mie giornate son in perpetua oscillazione tra Omero e il Manifesto di Ventotene. Opero giorno per giorno per costruire una nazione, un continente, una comunità che riconoscano il valore della cultura e che in essa si riconoscano.