La letteratura non serve soltanto a raccontare storie, ma anche a interrogare il presente. Questa edizione di Pordenonelegge 2025 si preannuncia sin da subito molto piena e interessante, oltre che stimolante. Proporre una selezione è un compito davvero molto difficile: la scelta è ampia e, personalmente, avrei una lista lunga da seguire. Concentrandomi sui miei interessi, penso però che tre incontri in particolare meritino attenzione, perché uniscono la riflessione storica, politica e sociale al dibattito sulle grandi questioni che ci attraversano oggi. Mi sento così di suggerirli.
Il primo. Sabato 20 settembre, alle 10:00, nello spazio di Piazza della Motta, Marco Mondini e Gabriele Pedullà, guidati da Piero Zin, dialogheranno sul legame tra guerra e letteratura. Mondini, storico e docente all’Università di Padova, ha dedicato i suoi studi alle forme con cui i conflitti hanno plasmato la società italiana, dal Risorgimento a oggi. Pedullà, docente di Letteratura italiana presso l’università di Roma Tre, ha invece curato un’ampia antologia dedicata alla Resistenza europea. Le loro voci si intrecciano su un terreno comune: come si racconta l’esperienza della guerra e che significato ha, per chi scrive e per chi legge, trasformare la violenza vissuta in memoria condivisa. È un’occasione rara per riflettere non solo sul passato, ma anche su quanto la guerra sia tornata a segnare il nostro presente.
Il secondo. Domenica 21 settembre, alle 10:00, all’Arena Europa, Pierluigi Franco – giornalista di lungo corso, con decenni di esperienza nei Balcani, in Medio Oriente e nell’Est Europa – presenterà il suo libro in dialogo con Michelangelo Agrusti. Il tema è cruciale: quale futuro per l’Unione europea in tempi di crisi, pressioni esterne e ritorni di fiamma nazionalisti? Franco propone una riflessione che parte dalle radici istituzionali e giuridiche del progetto europeo per arrivare alla sua rilevanza geopolitica oggi. L’Europa è davvero un soggetto politico indipendente o resta una costruzione fragile, esposta a venti contrari? Sarà interessante scoprirlo.
Il terzo. Sempre domenica, alle 15:30, nello spazio Gabelli, Anna Zafesova e Alexander Etkind, con la moderazione di Lorenzo Cremonesi, affronteranno un tema che non smette di interrogarci: il rapporto della Russia con il proprio passato e il senso della guerra contro l’Ucraina. Zafesova, giornalista esperta del mondo post-sovietico, ed Etkind, storico e docente alla Central European University di Vienna, analizzeranno la narrazione putiniana, che si presenta come un ritorno alla potenza sovietica, contrapposta a quella ucraina, che invece costruisce un’identità nazionale guardando al futuro e all’Europa. Ma, al di là della contesa territoriale, la guerra ha un obiettivo più ampio: fermare il corso della modernità, dalle transizioni energetiche alla rivoluzione digitale. Capire questa dinamica significa comprendere uno degli scontri più decisivi del nostro tempo.
Tre incontri, tre prospettive diverse, ma unite da un filo comune: la necessità di leggere il presente con gli strumenti della storia e della critica. Di questi tempi, pane per la nostra mente e un esercizio che vale la pena fare.
Pordenonese, classe 1992. Ho conseguito il dottorato di ricerca in Studi storici tra l’Università di Padova, Ca’ Foscari di Venezia e l’Università di Verona. Mi sono laureato a Ca’ Foscari con una tesi sul rapporto tra l’università veneziana e la Dalmazia, premiata dall’Ateneo Veneto nel 2020. Mi piace pensarmi come uno spettatore di eventi che un giorno saranno considerati storia: ciò che viviamo oggi, domani sarà oggetto di studio e di riflessione. Per questo credo che raccontare e divulgare il passato sia una delle sfide più affascinanti. È anche il motivo per cui scrivo con passione per le mie amate Radici.