Il legame di Pordenonelegge con il tessuto economico della sua provincia ha un’importanza enorme e lo si vede particolarmente in incontri come questo. A condurre il dibattito ci sono Romolo Bugaro, avvocato e romanziere, e Ilvo Diamanti, giornalista di Repubblica, moderati dal direttore de Il Piccolo Paolo Possamai. Il tema è la narrazione della crisi nel Nord-Est, ovvero una porzione della vita di tutti noi anche (e nonostante) questi timidi segnali di ripresa.

Lo si percepisce nell’aria questo alone di nostalgia per i bei tempi andati, sia nella platea sia in ciò che dicono gli ospiti. L’evento è dedicato alla presentazione di “Effetto domino”, l’ultimo romanzo di Bugaro, che di professione si occupa di diritto fallimentare a Padova ed ha toccato con mano il declino del sistema Nord-Est. Per questo la tentazione di parlare di quel piccolo mondo che ci siamo costruiti e che abbiamo improvvisamente perduto è molto forte. Forse troppo, perché ciò che proprio non riesce a trasparire da questo incontro è una via d’uscita dall’impasse in cui ci troviamo.

Ci prova Bugaro ad abbozzare una pars construens: una volta realizzato che il contesto non si può cambiare, che il mercato è diverso da quello a cui eravamo abituati, è necessario inventarsi un nuovo modo per utilizzare le risorse – umane e non – che non hanno più spazio. Il suo romanzo è un racconto della solitudine che pervade i molti piccoli attori economici di questo territorio, destabilizzati da una crisi che li ha trasportati nell’incertezza del presente.

Si tratta di un racconto paradigmatico, la trama di “Effetto domino” è inventata ma nasce da esperienze vissute dall’autore, il quale con una sensibilità quasi compassionevole (in senso etimologico) vuole raccontare la profonda inquietudine della trasformazione che stiamo vivendo. Da qui la volontà, come spiega lo stesso Bugaro, di usare una lingua neutra evitando le espressioni in dialetto veneto, per concentrarsi sull’atmosfera e sulle sensazioni che generano le vicissitudini dei personaggi.

Il vero protagonista è la nostra esperienza, romanzi come questo sono la voce di quelle paure che chi è cresciuto  e vive qui comprende molto bene. Hanno un sapore amaro ma ci fanno sentire meno soli.

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