Fin dai sui inizi, la storia dell’umanità è costellata da una serie di eventi che, più o meno positivamente, ne hanno segnato il corso: invenzioni, scoperte, guerre, catastrofi hanno tutte contribuito alla formazione della nostra società come la conosciamo ora. E, se una guerra od un’epidemia ci possono sembrare eventi terribili, non dobbiamo dimenticare che l’uomo è in grado di imparare dai suoi sbagli e dalle cose negative che gli accadono. Inoltre, occorre ricordare come gli eventi storici vadano considerati nella loro interezza, non fermandosi all’aspetto che sembra il più rilevante.

Un esempio, trattato oggi nella sala del Palazzo della Provincia, è costituito dalla Rivoluzione Francese: c’è chi ne parla bene e chi ne parla male, ma la cosa importante è analizzarla sotto tutti i suoi aspetti, in modo da riconoscerne le caratteristiche positive.

Il professor Giorgio Cosmacini, medico, filosofo e storico, racconta che la Rivoluzione ha portato diverse novità nella società, oltre agli aspetti puramente economico-politici: prima fra tutte un notevole sviluppo della scienza medico-sanitaria, per la quale avrebbe addirittura dato inizio all’epoca moderna.

Da una prima analisi, risulta evidente come quel periodo abbia completamente cambiato in meglio la prospettiva con la quale venivano affrontate organizzazione sanitaria, approccio con il paziente, diagnosi e cure, formazione professionale del personale medico.

Andando più a fondo, Cosmacini sottolinea come sia nata in quegli anni la figura del medico-chirurgo, prima nettamente divisa tra l’ordine dei medici -intellettuali sapienti e saccenti – e quello dei chirurghi – operatori manuali in grado di maneggiare il corpo.

Nasce, sempre in quegli anni, il concetto di “clinica”: la formazione del medico-chirurgo comincia ad essere svolta proprio in ospedale, dove il professore/dottore che visita i malati insegna agli studenti il contatto fisico ed umano con il paziente.

È, inoltre, proprio durante la Rivoluzione Francese che i medici possono, per la prima volta, intervenire a soccorrere i feriti direttamente sui campi di battaglia, attività che diverrà la chirurgia d’urgenza applicata in seguito anche in ambito civile.

Tutte le altre innovazioni dell’ambito medico-sanitario sviluppatesi nel periodo, vengono trattate nel libro che Cosmacini ha presentato a Pordenonelegge, Medicina e rivoluzione, uscito all’inizio di quest’anno. Il professore ha ricordato, infine, come tutta la scienza medica dell’Ottocento (e non solo) abbia vissuto delle idee createsi durante la Rivoluzione perché, dopotutto, siamo tutti figli del nostro passato.

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