Nonostante le voci che ventilavano la sua abdicazione, Elisabetta II, 90 anni compiuti ad aprile, 64 dei quali passati a fare la Regina, siede ancora statuaria ed imperturbabile sul suo trono.

Antonio Caprarica, giornalista e scrittore, ha raccontato qualche segreto di questo lungo regno al pubblico di pordenonelegge, presentando il suo ultimo libro Intramontabile Elisabetta uscito proprio il giorno del compleanno di Sua Maestà.

“Missione” è certamente una delle parole chiave per comprendere l’attaccamento della Regina al suo lavoro, che vive con la consapevolezza sacrale e religiosa dell’importanza di condurre il suo popolo, senza mai fuggire dalle sue responsabilità: guidare, consigliare e avvertire.

Elisabetta II sembra non mostrare mai alcuna emozione e, se talvolta questo le è stato rimproverato, come in occasione della morte della principessa Diana, questa caratteristica la rende anche molto amata: è così infatti che ella adempie al suo compito di essere sempre al di sopra delle parti e sovrintendere alla vita della nazione.

Anche dopo un momento delicato non solo per il Regno Unito ma anche per tutta l’Europa come l’attentato di Londra del 2005, la Regina ha visitato le vittime in ospedale e ha rassicurato con fermezza i superstiti e i sudditi senza mostrarsi commossa o turbata, per non provocare disagio o sconcerto. La cultura inglese, in questo, è molto diversa dalla nostra.

Non ha mosso ciglio nemmeno durante la parata di 1000 navi sul Tamigi organizzata per festeggiare il suo giubileo di diamante a cui, nonostante la pioggia torrenziale ha assistito immobile in piedi, consapevole del fatto che milioni di sudditi erano arrivati a Londra per vederla. A farne le spese, ricorda Antonio Caprarica, è stato il marito Filippo, che la sera stessa è finito in ospedale per un malore.

Se dunque Sua Maestà è convinta che la Corona le sia stata affidata da Dio (il 30% degli inglesi nel 1953, anno dell’incoronazione, lo affermava con sicurezza), ella è altrettanto consapevole che potrà mantenerla solo se lo vorrà il suo popolo e che non potrà decidere a chi affidarla dopo la sua morte.

God save the Queen, quindi. E’ proprio il caso di dirlo.