Arancia e chiodi di garofano gli ricordano la nonna e la torta al limone è uno degli odori che associa a questo libro. Paul Richardot è un profumiere, imprenditore, ma anche scrittore al suo esordio con Fragrancia.
Diplomato alla Scuola superiore di profumeria di Parigi, è una figura di spicco dell’industria cosmetica in Francia, socio della storica azienda di profumeria Maison Violet che ha acquisito e che conta quasi 200 anni di vita ed è anche un coetaneo di chi scrive… Cosa che mette soggezione a dire la verità.
Questo libro ha bisogno di una premessa: richiede una propensione o una particolare attenzione per uno sensi che teniamo meno in considerazione, l’olfatto. Ne saranno quindi felici le persone che, come me, amano e forse sono ossessionate dagli odori e dai profumi.
Il romanzo di fatto è incentrato proprio sul legame tra olfatto e ricordi: i profumi ci ricordano emozioni o persone, spesso in base all’ambiente in cui si è cresciuti e le esperienze fatte da bambini abbiamo dei ricordi indelebili di alcuni odori, che quando tornano richiamano come un lampo una situazione, una persona, un’emozione.
Richardot è un esteta del profumo, ama parlarne e raccontare questo affascinante mondo ma in quanto profumiere ha anche la capacità di riconoscere e abbinare le essenze per creare profumi. A livello professionale un buon profumiere riconosce tra le 200 e 300 essenze ma i maestri profumieri ne riconosco più 4000 e riescono ad abbinare le fragranze in testa senza sentirle. Se invece avete letto Profumo di Süskind saprete che ben diversa è l’abilità del “naso”, capace ricreare alcuni odori che esistono in natura, estrarli e catturarli in una essenza.
Eppure a differenza del famosissimo romanzo di Süskind, Frangrancia non ricrea quell’atmosfera romantica e la poetica tipica di questo mondo, anzi lo scrittore sceglie una narrazione piena di suspence e azione, quasi da thriller, per coinvolgere maggiormente il lettore e rendere il mondo del profumo più vicino alla realtà e meno etereo e irraggiungibile.
Richardot ci racconta che questo libro nasce da un curioso aneddoto. Un signore negli anni 70 chiese a un profumiere di creare un profumo che non alterasse il gusto dell’alcol. Ovviamente il profumiere sconcertato risponde che il profumo non si deve bere, ma scopre ben presto che il cliente è un contrabbandiere di liquori e che intende portare la merce nell’URSS in boccette di profumo. Da qui l’idea di una sorta di “mafia dei profumi” che in questo thriller olfattivo diventa un’azienda – Fragrancia – che sfrutta il desiderio umano di rivivere i ricordi, offrendo una tecnologia capace di trasformare un semplice aroma in un viaggio nella memoria.
Con molta finzione e qualche realtà, il romanzo fa vivere al lettore un futuro dove il nostro ippocampo – luogo che processa emozioni e odori – può essere stimolato e scansionato con sedute di memoria olfattiva come un computer alla ricerca di quella cartella dove è nascosto un brutto o un bel ricordo.
Qui entra quindi in gioco il nostro protagonista, Hélias , un naso con un talento eccezionale nel ricostruire l’odore di un’emozione e di un ambiente. Una abilità che prevede di ricreare un odore esistente nella realtà, come quello del mare. Hélias ha difficoltà a vivere in un contesto normale, la sua iper emotività nel mondo reale è uno svantaggio mentre in quello dei nasi è un vantaggio. Arruolato dall’azienda Fragrancia, il protagonista cerca di aiutare le persone con il suo dono e presto si troverà a indagare su un caso, quello di una ragazza che ha subito una violenza ma non ricorda nulla del suo aggressore.
Cosa scoprirà Hélias? Riuscirà davvero a riportare alla luce la verità? I ricordi, però, non sono mai del tutto affidabili: anche loro hanno confini fragili e ambigui. Forse la sola verità che conta davvero è quella capace di restituire pace alla vittima.
E così, care lettrici e cari lettori, vi lasciamo con un alone di mistero e suspense: non soltanto potreste desiderare di leggere questo libro, ma, se lo divorerete, chissà… potreste trovare in futuro anche un sequel o perfino una serie TV.

Nata il 3 Aprile del 1993 nella bassa pordenonese, mi sono laureata presso l’Università Ca’ Foscari Venezia in Conservazione e gestione dei beni culturali e ho un master in progettazione culturale (Università Cattolica e PoliDesign Milano). Mi occupo di comunicazione e progetti culturali, in particolare collaboro con il centro di ricerca AIKU – Arte Impresa Cultura di Fondazione Università Ca’ Foscari Venezia di cui sono Responsabile comunicazione e social media. Nonostante gli anni di studio e lavoro tra Milano e Venezia, sono sempre stata legata al mio territorio d’origine. Dal 2025 sono vicepresidente de L’oppure.