Facciamo il punto. Nei primi anni novanta si teorizzava che la tecnologia avrebbe cambiato il mondo e il modo di vederlo. Molto interessanti sono le implicazioni tecnologiche nella gestione della cosa pubblica, argomento ampliamente discusso con Fabio Chiusi e Sergio Maistrello. Fabio Chiusi “nasce” come giornalista freelance dal blog Il Nichilista, dove tutt’ora continua a scrivere.

Gli argomenti trattati nel corso della presentazione del suo libro, Critica della democrazia digitale, sono molteplici, ma tutti legati alle implicazioni della tecnologia nella gestione di uno stato.

L’italia è relativamente in prima linea nello sviluppo di queste tecnologie. Cercando di non fare politica, anche per la presenza di un nutrito gruppo di studenti dalle scuole della zona, Fabio Chiusi riesce brillantemente a demolire, con il “lume” della ragione, tutti questi esperimenti.

Le principali proposte si rifanno a un sistema ateniese, una partecipazione dell’intera popolazione all’amministrazione dello Stato. Una sorta di “social network” dove chiunque può esprimere le proprie idee e votare quelle degli altri. Fabio trova falle in ogni punto, dalla mancanza di server capaci di gestire un tale traffico, alla mancanza si un software – un programma – con capacità del genere, all’impossibilità fisica per ognuno di noi di seguire tutte le proposte e quindi di poter effettivamente votare. Non per caso il blog di Fabio si chiama Il Nichilista, aggettivo che gli calza a pennello.

Nel corso del dialogo con il pubblico in sala, non si è mancato di citare i sistemi di voto elettronici, ovvero sistemi elettronici al posto della solita scheda e matita, lo scandalo del Datagate e l’importanza dell’alfabetizzazione democratica rispetto a quella informatica.

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