Le fonti storiche lo ricordano come il più grande e temibile sovrano di Dacia, capace di radunare sotto i suoi vessilli, secondo Strabone, 200 mila guerrieri. Stiamo parlando di Burebista, contemporaneo di Caio Giulio Cesare e suo acerrimo nemico. Regnò sulla Dacia, l’odierna Romania, dal 70 al 44 a.C.: accumulò ricchezze sfruttando gli enormi giacimenti minerari della regione e donò nuova prosperità al suo popolo, determinando una crescita demografica straordinaria. Ma dopo aver riformato lo Stato, egli rivolse la sua attenzione ai confini: unificò i popoli della Tracia sotto il suo comando, conquistò i centri romani sul Mar Nero, assoggettò parte dell’Illiria e infine, risalendo il Danubio, espanse i suoi domini fino alla Pannonia, odierna Ungheria. Questa politica estera aggressiva portò alla necessaria migrazione di molti popoli semi-nomadi che si erano stanziati nella zona dei Balcani. In particolare dopo la conquista del Lago Balaton, in Pannonia, avvenuta nel 58 a.C., Boi e Taurisci, popoli di origine celtica, migrarono verso il Norico, l’odierna Austria, e la regione degli Elvezi, ovvero l’altopiano svizzero.  Nel frattempo, soltanto un anno prima, Caio Giulio Cesare era divenuto proconsole della Gallia Cisalpina e dell’Illirico, che comprendeva la regione di Aquileia e la costa della Dalmazia. L’imponente migrazione dei Boi costrinse Cesare ad approntare misure difensive per impedir loro di sfondare la linea delle Alpi Carniche ed entrare nella penisola. Tre legioni vennero stanziate presso Aquileia, pronte a marciare verso i Balcani. Di fronte ad un tale dispiegamento di forze i Boi ripiegarono verso le rive del Danubio e allo stesso modo i Daci di Burebista preferirono limitarsi a consolidare il controllo della Pannonia, senza offrire all’ambizioso Cesare un valido pretesto per muovere loro guerra. Ma ben presto si presentò al condottiero l’occasione di conquistarsi la fama militare cui tanto ambiva. Spinti dalla migrazione dei Taurisci, gli Elvezi decisero di spostarsi, marciando in armi verso la Gallia Narbonense, provincia romana dal 121 a.C. Cesare, approfittando dell’improvvisa morte del proconsole, si fece affidare la regione e, con il pretesto di difenderla dall’invazione elvetica, diede inizio alla campagna militare che lo porterà, nel 50 a.C., alla conquista dell’intera Gallia.

Ma la politica d’espansione di Burebista non aveva smesso di minacciare i confini romani. Tra il 56 e il 55 a.C. Cesare era impegnato in Belgio, da dove progettava di sbarcare in Britannia. Nel frattempo la pressione di Burebista costrinse Pirusti e Giapidi, popoli dell’Illirico, a migrare verso la penisola. Le loro scorrerie si spinsero fino al castrum di Tergeste, che venne saccheggiato e distrutto. Cesare, vedendo minacciate le regioni che si era lasciato alle spalle e rischiando di vedere interrotti i suoi contatti con la penisola, inviò il suo luogotenente Tito Labieno al comando delle Legio XV per risolvere il conflitto. Sconfitti Pirusti e Giapidi, Cesare elevò il castrum di Cividale al rango di Forum Iuli Transpadanorum, per il controllo delle Alpi Carniche e ordinò la ricostruzione di Tergeste, dapprima con il rango di municipium e poi di colonia. Cesare diede così vita alla Regio X Venetia et Histria, che aveva in Tergeste il suo avamposto strategico più liminare.

Trieste sorge in una zona abitata fin dal X secolo a.C. da popolazioni paleovenete, alle quali, volendo dar fede ai linguisti, deve la sua fondazione (-este è il suffisso tipico dei toponimi venetici). Deve la sua fortuna proprio alla politica estera aggressiva di Burebista, che costrinse i Romani a fortificare la regione e a fare di Trieste uno snodo di difesa cruciale. Dapprima semplicemente assoggettati, i tergestini furono costretti a subire dalla metà del I secolo a.C. la colonizzazione romana, ovvero lo stanziamento di cittadini romani in città. In cambio la città ottenne notevole prestigio e i privilegi concessi ai cittadini pleno iure. La fortezza del primo nucleo abitativo romano si trovava probabilmente presso il colle di San Giusto. La pacificazione della regione in età augustea favorì la nascita dei commerci: Tergeste divenne un porto fiorente. Lo sviluppo urbano che coinvolse la città verso la fine del I secolo ne è testimonianza: vengono costruiti il Foro, il Teatro, l’Arco di Riccardo e una prima cinta muraria. La città raggiungerà la sua massima espansione sotto Traiano, il princeps che nel 106 d.C. conquisterà definitivamente proprio la Dacia, causa incosapevole delle fortune di Trieste. Strane coincidenze della Storia.

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