Piero Boitani è professore di letterature comparate presso l’Università La Sapienza. Venerdì 30 ottobre è stato ospite dell’associazione Aladura all’interno del ciclo di conferenza che sono state organizzate quest’anno. La discussione si basa sul suo ultimo libro Riconoscere è un dio.

Che cosa si intende con la parola riconoscimento nella critica letteraria? Il termine viene dal greco. Il primo a usarlo è stato Aristotele nella Poetica ἀναγνώρησις. In latino diventa l’agnitio. Il riconoscere è un percorso conoscitivo. Aristotele dice che il riconoscimento è il passaggio dall’ignoranza alla conoscenza. Che porta amicizia (φιλία) o inimicizia (ἐχθρα). Aristotele si basa sulla letteratura greca che c’era stata prima di lui: l’autore greco fa innanzitutto un elenco di episodi che riflette la sua teoria della conoscenza. I riconoscimenti nell’Odissea sono una trentina; è sufficiente pensare a quanti avvengono alla fine della narrazione, dopo che Ulisse è tornato a casa. Anche nell’Ulisse di Joyce ci sono alcuni riconoscimenti, i quali ricalcano naturalmente quelli odissiaci. In Edipo la tragedia è che il protagonista non è in grado di riconoscere sé stesso. Edipo non sa di aver ucciso il padre e aver sposato la madre. Simile all’Edipo Re è il Re Lear, il quale riconosce appena prima della morte la figlia Cordelia.

Nei capitoli centrali del suo ultimo libro due articoli sono di riflessione sulla divinità: l’autore parla della vicenda di Giuseppe che si trova nella Genesi spiegando come Giacobbe riconosce la finta morte di Giuseppe grazie a un segno, cioè la veste insanguinata. I fratelli poi vengono riconosciuti da Giuseppe appena arrivano in Egitto e infine si rivela anche ad essi. Anche Adamo ed Eva si riconoscono nudi. Dopo la resurrezione nessuno riconosce Gesù, nemmeno Maria Maddalena, finché lui non la chiama.

Perché il libro si chiama Riconoscere è un dio? Elena dice nell’omonima tragedia, quando riconosce Menelao, che riconoscere coloro che si ama è un dio. C’è qualcosa di sacro nei riconoscimenti? Sì, se un riconoscimento è fatto bene è divino. Non bisogna poi dimenticarsi la seconda parte della frase di Elena: riconoscere chi si ama è un dio; di mezzo c’è sempre l’amore. Il riconoscimento è parte fondamentale della nostra vita, riguarda il nostro rapporto con gli altri, sia esso di amicizia o inimicizia.

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