“E così, mi sono innamorata di questa donna, Sumire lo capì con certezza. Non sto sognando: il ghiaccio è freddo e le rose sono rosse. E sento che questo amore mi porterà da qualche parte. Ma non posso sottrarmi alla sua forte corrente. Non ho nessuna possibilità di scelta. Il luogo dove mi condurrà è un mondo diverso, che non ho mai visto. Potrebbe trattarsi anche di un luogo pericoloso. Le cose che vi si annidano potrebbero ferirmi in modo profondo, irrimediabile. Potrei perdere tutto quello che adesso ho. Ma non posso più tornare indietro. Non mi resta che affidarmi alla corrente che vedo davanti a me. Anche a costo di finire travolta, anche a costo di scomparire”

Ho comprato La Ragazza dello Sputnik di Murakami due anni fa e incuriosita dalle voci che sentivo intorno a me sul quanto fosse bello e meritasse, l’ho iniziato. Ma un pò come spesso mi accade compro tutto e resta in libreria per un secondo momento. Ossessiva compulsiva nel comprare i libri talvolta mi capita di scontrarmici e di rendermi conto che per quel libro, in quel momento preciso, io non sia pronta per leggerlo. I libri sono come le storie d’amore, li vedi ti colpiscono e molte volte non è il tempo che pensavamo “giusto” a farvi innamorare.

E così è stato: comprato, iniziato, mai concluso il primo capitolo e riposto in libreria fino a una settimana fa, quando stavo cercando Piccole Donne di Alcott ,uno dei miei libri cardine dell’infanzia da prestare ad una bambina a scuola. Eccolo lì, bello rosso e pronto a dirmi “è il mio momento?” e lo è stato.

La Ragazza dello Sputnik è una storia d’amore.

L’amore che ti lega a un amico, a una passione, a un dono e al confronto con l’altro.

La ragazza dello Sputnik è Sumire, una giovane studentessa di Lettere con l’ambizione di diventare un’affermata scrittrice di romanzi come il suo amato Kerouac. La sua spalla è il nostro narratore, totalmente innamorato di lei da non rendersi conto del cambiamento che sta affrontando la sua amica da momento in cui conobbe Myù, una donna molto più vecchia di lei e di cui si innamora incondizionatamente.

Sumire comincia a lavorare per Myù la quale commercia vini nel mondo e, con la scusa del lavoro, se la porta in giro per lunghi viaggi. Le due viaggiano tantissimo: in Italia, Francia, Giappone e infine approdano in Grecia per una vacanza al mare dal tanto lavoro.

In Grecia però succede qualcosa che metterà Myù al corrente dei sentimenti della giovane Sumire che non può più trattenere il suo amore per lei. Le due vivono alla giornata: la mattina si svegliano, fanno colazione sulla bella terrazza che da sul mare, scendono in spiaggia e fanno il bagno nude ormai abituate alle nudità dell’altra. Quel mattino però, leggendo il giornale locale che era l’unico intermezzo fra loro e il mondo scoprono la storia di una signora che, deceduta in casa viene mangiata dai suoi stessi gattini. Da qui il declino.

Sumire è disordinata, molto distratta e ha sempre bisogno di qualcuno che le dica cosa fare e cosa no; e quando si ritrova di fronte a questa passione d’amore cosi grande mai provata prima ne rimane travolta. E’ giovane e inesperta ed è esattamente lo specchio di noi adolescenti che ci affacciamo nel mondo. La ragazza dello Sputnik ha i piedi per terra ma il cuore fra le stelle.

Magari non era mio il momento giusto una volta per leggerlo, e magari non lo sarà nemmeno per voi .. chi lo sa.

Ma una cosa è certa, una volta che lo avrete ripreso in mano, sarà amore.