La creazione letteraria, si sa, è da tempo immemore oggetto di speculazioni, riflessioni, controversie; causa di drammatici conflitti interiori, ci rende l’immagine fin troppo nota dello scrittore dannato, perennemente alle prese con un’ispirazione sfuggente e una pressione disordinata. Per alcuni, se non per molti, scrivere è un’urgenza, una necessità, che puntualmente si scontra con i rigidi dettami della grammatica e dello stile: quando si ha voglia di scrivere, che importa perdere tempo a pianificare trama e dettagli? Si inizia subito, finché il fiume della suggestione non si esaurisce.
Ed ecco arrivare l’ennesimo problema: come spiegare, ai profani, che si ha il blocco dello scrittore? Come far capire che lo sforzo creativo è un vero e proprio lavoro? Sarebbe utile, forse, avere una voce fuori campo che narri il tutto dall’esterno: e se, per una volta, fosse il borbottio ironico di Natalino Balasso a prestarsi al gioco?
Un pubblico, un ammasso di idee disordinate, un improbabile aiutante scelto tra i presenti e due scrittori in vena di fare confusione: basterà? L’obiettivo della serata è arrivare alla stesura di un incipit per un romanzo (…), anche se Massimo Cirri assicura che non si è mai riusciti ad arrivare a qualcosa che avesse anche lontanamente un senso. Poco male, ci si prova comunque: stasera vogliamo scrivere un romanzo di fantascienza, dunque tutto è possibile.
Calcando (in)consapevolmente su tutti gli stereotipi legati ai romanzi (ma proprio su tutti), insultando diversi personaggi al minuto e dando voce ad un pubblico per una volta straripante, qualcosa inizia a prendere forma: il nostro romanzo sarà ambientato in campagna, e il nostro protagonista potrebbe essere niente poco di meno che un correntista della banca del seme. Il rave letterario può dirsi iniziato, ma nessuno può dire quando finirà. Finché ci saranno un libro di Volo, uno di Veltroni e uno di Coelho da cui attingere a caso nei momenti di crisi, chi potrà davvero fermare il flusso della creazione artistica?
La notte, agli scrittori, non ha mai fatto paura.
Sono nata il 9 marzo 1996 a Pordenone, e frequento il secondo anno di scienze internazionali e diplomatiche presso il polo universitario goriziano. Sempre con il naso in un libro e scrittrice incostante, sono curiosa per natura e perennemente alla ricerca di qualcosa di nuovo (un qualcosa, però, di troppo spesso indefinito).
La musica è uno dei miei più preziosi alleati.