Il calcio, si sa, è la passione sportiva per antonomasia degli italiani, che assistono con eterno amore alle partite della propria squadra preferita, piccola o grande che sia. Tuttavia, non ci si interroga mai su come questa passione abbia avuto inizio, soprattutto a livello locale. Come nelle grandi città, così in periferia il calcio rappresentò una novità tale da generare piccole esperienze che durano ancora oggi.
Agli inizi del Novecento, a Pordenone, le strade e le piazze risuonavano ancora del rumore secolare del “pallone col bracciale”, il gioco aristocratico che per secoli aveva appassionato nobili e borghesi. Poi, quasi all’improvviso, arrivò un nuovo protagonista: il football, o calcio, importato dall’Inghilterra vittoriana e già di moda nelle città vicine. Da Udine, dove il senatore friulano Gabriele Pecile lo aveva introdotto tra i ginnasti e schermitori della locale società sportiva, il contagio sportivo non tardò a raggiungere Pordenone.
Nel settembre 1902 un gruppo di ragazzi ottenne dal sindaco un permesso speciale per allenarsi nella piazza della Motta, a patto che si assumessero la responsabilità di eventuali danni. Era un inizio pionieristico, quasi improvvisato, ma bastarono pochi anni perché il calcio diventasse un fenomeno cittadino. Le cronache parlano di «monelli» che rincorrevano il pallone davanti alla chiesa di San Giorgio, disturbando non poco i passanti: segno che il nuovo sport stava conquistando anche la strada, non solo le società organizzate.
La prima squadra ufficiale di Pordenone nacque nel 1913 come sezione calcistica dell’Unione Sportiva Pordenonese. Poco dopo, nel 1914, vide la luce anche l’Helios Football Club, che trovò spazio per i suoi allenamenti in Comina.
La Grande Guerra, però, spense ogni entusiasmo: bisognò aspettare il 1919 per rivedere il pallone rotolare in città. Nel 1920, un gruppo di giovani guidati da Antonio Lagomanzini e altri appassionati chiese di poter utilizzare l’ex maneggio di cavalleria di via Molinari come campo da gioco. L’entusiasmo cresceva, ma le risorse economiche restavano scarse, tanto che già allora si pensava alla costruzione di uno stadio cittadino.
Negli anni Venti la febbre calcistica esplose: nel 1922 esistevano ben quattro formazioni pordenonesi, dalle squadre dei quartieri popolari come l’Avvenire di Borgomeduna (sostenuto dalla Camera del Lavoro) fino al più strutturato Football Club Pordenone, erede dell’Unione Sportiva.
Fu proprio quest’ultimo a spingere per la realizzazione di un vero impianto sportivo. Nel 1926 aprì i battenti il campo del Littorio, progettato dall’ingegner Luigi Querini: non ancora completo, ma abbastanza per ospitare le partite della seconda divisione. Negli anni seguenti lo stadio si arricchì di tribuna coperta, pista ciclistica, spogliatoi e perfino riflettori, diventando un piccolo orgoglio cittadino.
Il cammino della squadra, rinominata Associazione Calcio Pordenone nel 1931, fu però accidentato. Tra difficoltà economiche, disorganizzazione e perfino proteste contro le decisioni federali, la società alternò momenti di entusiasmo a periodi di crisi. Più volte fu costretta a sciogliersi e rinascere sotto nuove forme, spesso legate alle strutture sportive del regime fascista. Nel 1938, ad esempio, il calcio cittadino venne rifondato come sezione dell’Opera Nazionale Dopolavoro. Arrivarono persino le prime apparizioni in Serie C, ma con fortune alterne: la categoria era dura e le retrocessioni puntuali.
Durante l’occupazione tedesca, nel 1944, la squadra riuscì comunque a conquistare un titolo importante, quello di campione giuliano nella Coppa Litorale Adriatico. Alla fine della guerra, con il nuovo nome di Associazione Calcio S.A.F.O.P. Pordenone, il club guardava al futuro con ambizione. Ma già allora si faceva strada un’idea che avrebbe accompagnato a lungo la storia sportiva della città: la necessità di costruire un nuovo stadio, più moderno e funzionale, capace di ospitare il calcio che contava davvero.
Alla luce delle notizie degli ultimi anni: cicli storici che si ripetono.
Articolo tratto da:
- Matteo Gianni, Il calcio a Pordenone. Dalle origini al secondo dopoguerra, “Il Campanile”, 1 (luglio 2019), p. 1-5 (disponibile qui)
Per approfondire:
- Dario Perosa, 1920/1996 Pordenone Calcio – La storia dei “Ramarri”, Edizioni Biblioteca dell’Immagine, Pordenone, 1996.

Profilo ufficiale dell’Associazione L’oppure dedicato alla pubblicazione di articoli, comunicati stampa e notizie riguardanti i nostri eventi.