Quando, anni or sono, il patron dell’Udinese Gianpaolo Pozzo parlò per la prima volta della volontà concreta di costruire un nuovo stadio a Udine, in linea con i moderni stadi inglesi o tedeschi, in molti gli diedero del pazzo. Lo scetticismo era palpabile, un po’ per la scarsa fiducia nella burocrazia italiana e un po’ perché in pochi credevano che Pozzo sarebbe stato davvero disposto a investire cifre importanti di tasca propria.

Oggi, a distanza di qualche anno, il nuovo stadio Friuli è (quasi) realtà e anche i più scettici hanno dovuto ricredersi.

Al giorno d’oggi la tendenza è quella di costruire impianti che permettano allo spettatore di godere di uno spettacolo unico garantendo la massima vicinanza possibile al terreno di gioco. Nel Regno Unito, per tradizione, gli stadi presentano una conformazione estremamente “raccolta” e addirittura senza barriere tra campo e pubblico che li ha resi il vero punto di riferimento per il mondo. In Italia purtroppo negli anni la tendenza è stata quella di costruire stadi grandi, capienti, molte volte con la pista di atletica e gli spalti molto distanti, che con il tempo sono diventati obsoleti e che hanno vissuto un progressivo “svuotamento”. Il vecchio stadio Friuli non faceva eccezione.

Costruito all’inizio degli anni ’70 ed inaugurato nel 1976, dopo il terribile terremoto del Friuli, lo stadio visse momenti gloriosi (non di rado le presenze accertate superavano la capacità massima), soprattutto nel periodo in cui a Udine giocava un certo Arthur Antunes Coimbra detto Zico, vero e proprio mito per i tifosi friulani. Successivamente però il numero di spettatori diminuì gradualmente negli anni, condizionato anche dall’avvento delle pay-tv e Udine si ritrovò in poco tempo con uno stadio eccessivamente grande (più di 40’000 posti), con molte zone degli spalti quasi mai utilizzate per la scarsa visibilità e con una pista di atletica che è stata usata sì e no tre volte in più di trent’anni.

Da qui la volontà della società Udinese di costruire un impianto al passo con i tempi e in controtendenza rispetto alla situazione italiana. Con la concessione all’utilizzo da parte del comune di Udine per 99 anni a partire dal 2013, di fatto, il nuovo “Friuli” sarà uno stadio di proprietà, come avviene ormai in molti campionati europei.

Il progetto prevede l’abbattimento di tre quarti dello stadio vecchio, l’eliminazione della pista d’atletica e la completa ricostruzione di curve e distinti. L’unica parte del vecchio complesso che manterrà la propria forma (è comunque previsto un ammodernamento) è la tribuna con il suo imponente arco, simbolo della ricostruzione dopo il terremoto del ‘76, che continuerà a caratterizzare la nuova “casa” dell’Udinese. I tifosi potranno godere di uno spettacolo eccezionale, con il campo che disterà non più di 10 metri dagli spalti e solo dei pannelli in plexiglass a separarli dai loro beniamini. La pioggia inoltre non sarà più un problema, tutti i settori del nuovo stadio infatti saranno coperti. I lavori, iniziati ufficialmente nell’estate del 2013 con l’avvicinamento del campo di gioco alla tribuna, sono proceduti celermente. Alcuni intoppi e piccoli ritardi ci sono stati è vero, ma ad oggi curva nord e distinti sono praticamente completati e pronti ad accogliere i tifosi già per l’inizio della stagione 2015-2016. La curva sud invece verrà completata a campionato in corso e dovrebbe essere inaugurata nella seconda parte della stagione. La capienza infine sarà ridotta a 25’000 posti (e spiccioli), adeguata per una piazza come Udine.

Quello che fino a qualche anno fa era solo un sogno, per alcuni un’utopia, si è invece realizzato. La famiglia Pozzo ha dimostrato ancora una volta la propria lungimiranza includendo nel progetto la realizzazione, all’interno dello stadio, di strutture come piscine, palestre, bar, locali e ristoranti che faranno del “Friuli” un impianto unico in Italia che potrà essere fruibile durante tutta la settimana e non solo per le partite. Questo “modello” viene già utilizzato con successo in altri campionati europei. In Germania per esempio, la costruzione di stadi moderni ha portato a forti incrementi dei profitti anche per società medio-piccole, paragonabili all’Udinese.

Il nuovo stadio Friuli, una volta completato, sarà un vero e proprio gioiello che costituirà motivo d’orgoglio per i tifosi friulani e farà di Udine e dell’Udinese un punto di riferimento per tutto il movimento calcistico italiano. La speranza è ovviamente che sull’onda di questo successo altre società prendano l’iniziativa per adeguare le strutture e riportare il calcio italiano al livello che gli compete.

L’Udinese ce l’ha fatta, la strada da seguire è stata tracciata.

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