“Il brusio si levava dalla strada come un ronzio di mosche. I fotografi erano ammassati contro le transenne presidiate dalla polizia, i lunghi zoom delle macchine fotografiche puntati, i respiri che si condensavano come vapore. La neve cadeva senza tregua su spalle e cappelli; dita guantate dovevano continuamente pulire le lenti. Ogni tanto partivano raffiche improvvise di clic, quando i paparazzi, per ingannare l’attesa, fotografavano la tenda di tela bianca nel mezzo della strada, davanti all’ingresso dell’alto palazzo di mattoni rossi e al balcone dell’ultimo piano da cui era caduto il corpo.”

Si tratta di Lula Landry, una top model di successo che, dalle condizioni in cui viene ritrovata la sua salma, non può che essersi suicidata. Per la polizia il caso è presto archiviato, ma non si può dire lo stesso di John Bristow, fratello della vittima. Spinto dalla certezza di possedere del materiale fondamentale per supportare la tesi dell’omicidio, Bristow si rivolge a Cormoran Strike, un detective privato che militava nelle forze speciali britanniche in Afghanistan. Per Cormoran è un brutto periodo: la sua relazione sentimentale sembra essere giunta al capolinea e si ritrova perciò senza un posto in cui vivere e a corto di quattrini, perché gli affari non vanno affatto bene. Così, quando Bristow gli offre il doppio dell’onorario previsto, non ci pensa due volte e si ritrova invischiato in una faccenda che è ben più intricata di quanto sembrasse.

Basta mettere il nome di J.K. Rowling sulla copertina di un libro per far schizzare le vendite alle stelle. Lo sanno bene i proprietari di Amazon, che non appena è stata svelata la vera identità del fantomatico ed esordiente Robert Galbraith hanno registrato un aumento delle vendite pari a circa il 500mila per cento rispetto alle copie precedentemente vendute. Sarà che i fans del maghetto continuano a sperare che dalla penna della scrittrice escano ulteriori scintille di magia? Non resteranno delusi, nonostante sia ormai chiaro che per la Rowling il capitolo magia è definitivamente chiuso. Dopo “Il seggio vacante” ha infatti deciso di sperimentare il genere del giallo, in cui sono evidenti le caratteristiche tipiche dei polizieschi inglesi alla Agatha Christie. La violenza è ridotta al minimo e quando possibile censurata, affinché l’attenzione sia completamente concentrata sull’investigatore, che viene seguito attentamente in ogni suo passo.

Ma chi ha più dimestichezza con questa autrice, saprà benissimo che la sua predilezione per la caratterizzazione minuziosa dei personaggi si ritrova anche nella scelta dei nomi. Cormoran Strike è un cormorano: dal punto di vista fisico è possente, ha una vista acuta e un becco lungo; caratteristiche queste ultime che rimandano alla sua professione. Robin Ellacott, la giovane che lavorerà insieme a Cormoran come assistente, porta il nome di pettirosso. Da non sottovalutare, perché sotto l’aspetto piccolo e indifeso si nasconde un animo spavaldo, che non teme le situazioni di pericolo. Ma è Lula Landry a dare il titolo al romanzo: infatti, come si apprende durante la narrazione, veniva soprannominata Cuckoo, ovvero cuculo. I motivi si questa associazione vengono svelati lentamente al lettore con lo svolgersi delle indagini di Cormoran.

Il finale risolve il caso Landry ma lascia aperte numerose questioni che riguardano Cormoran e la sua assistente Robin. Il motivo è semplice: la storia è appena cominciata e Robert ha ancora tantissime cose da raccontarci. 

 

Articolo originariamente apparso su Cogito et volo, scritto da Federica La Terza.

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