Bentornati.
Eccolo lì, di nuovo, il vapore che si alza dall’Hogwarts Express in partenza, da una piattaforma inesistente. Ecco le torri del castello delinearsi attraverso i rami della Foresta Proibita. Gli incantesimi, l’umorismo di casa Weasley, l’ironia affilata di una ben nota professoressa di Trasfigurazione. L’immancabile Pozione Polisucco.
Facce conosciute con espressioni nuove; parole inaspettate che ci confermano quanto sia bello rimetter piede in un mondo che un po’ conosciamo e sentiamo nostro, un mondo magico dove c’è un mago con una cicatrice, un altro con la battuta pronta, un terzo che cerca di nascondere il grande cuore che gli batte nel petto e almeno tre donne che è meglio non contraddire, di cui una nient’altri che Ministro della Magia.
Ma stavolta non è la loro storia, è la storia dei loro figli. Ed è magicamente e unicamente imprevedibile, nonostante tutte le congetture che si possano fare prima di iniziare a viverla sulla propria pelle.

JK Rowling ci regala un altro capitolo della saga di Harry Potter, che stavolta seguiamo attraverso i dialoghi di una sceneggiatura uscita sotto forma di libro il 31 luglio 2016. È la sceneggiatura di The Cursed Child, la pièce teatrale che ha debuttato il 30 luglio al Palace Theatre di Londra e che offre un seguito alle vicende narrate nei sette libri della magica serie, pubblicata tra il 1997 e il 2007. Sono passati cinque anni da quel 15 luglio 2011, “it all ends 7.15”, quando usciva l’ultimo film nelle sale, la seconda parte dei Doni della Morte.
Molti credevano fosse finita lì. Invece, ecco di nuovo giunto il momento di riprendere in mano la bacchetta e prepararsi ad affrontare la luce e le tenebre che si celano al di fuori e dentro ognuno di noi.

Questo testo si avvale non solo della magia insita nel mondo che descrive ma anche di quella propria delle quinte teatrali, con cambi di scena, atti, indicazioni tra parentesi. Ben presto ci si rende conto che non è necessaria la forma del romanzo a cui ci aveva abituato la Rowling: questi personaggi sembrano a loro agio sulla pagina, e nella mente, qualunque sia il modo in cui ci vengono presentati.
Anzi, sembra quasi più reale.
I protagonisti sono due ragazzini che si trovano per la prima volta a bordo del treno che li porterà alla Scuola di Magia tanto sognata e anche temuta. Entrambi portano sulle spalle il peso del nome dei loro padri: è un incontro inaspettato, quanto atteso, quello tra il figlio del mago che ha salvato l’umanità e il figlio della sua ex nemesi scolastica. Negli anni adulti Draco e Harry hanno imparato a tollerarsi a vicenda: sarà la sorte che toccherà anche ad Albus Severus Potter e Scorpius Malfoy?

Primo settembre: Albus si aggira tra gli scompartimenti del treno assieme alla spigliata Rose, sua cugina, figlia di Ron e Hermione, quando nota un ragazzino solo, in una carrozza vuota. Un ragazzino biondo, con tanti dolci. Albus gli sorride; il figlio di Draco Malfoy ricambia il sorriso.

È l’inizio di un’amicizia che sfiderà le leggi del tempo e del buon senso, che avrà bisogno di qualche lezione e che, come ogni amicizia, comporterà rischi sia per gli interessati sia per le sorti del mondo intero.
Credo sia questo il punto su cui vertono le storie che ci racconta JK Rowling, è questo che sembra voglia farci entrare nella zucca a suon di tradimenti e rivelazioni: gli amici sono la cosa più importante nella vita. Non puoi combattere da solo, hai bisogno di qualcuno al tuo fianco, hai bisogno di essere aiutato e di aiutare.
Ci sono degli inconvenienti, dei pericoli, e ci vengono detti con franche e disarmanti parole: il rischio che amare comporti sempre anche fare del male. Ma l’umanità è imperfetta, anche quella che può servirsi della magia: è una lezione che bisogna imparare ad accettare, col tempo.
D’altro canto, e forse peggio ancora, i tradimenti più subdoli arrivano dagli amici: così era stato per il padre di Harry, James, tradito da uno dei suoi migliori amici, il quale conduce Voldemort stesso alla loro casa e loro alla morte.

In questo nuovo capitolo ci saranno delle sorprese che deliziano lo spirito, quando meno te lo aspetti.
Qualche vecchia conoscenza, ad esempio, per cui avremmo dato 3/4 della torta di compleanno, una Ford Anglia volante e il mantello dell’invisibilità pur di rivedere, potrebbe di nuovo affacciarsi dalla pagina e rivolgerci la parola con la sua caratteristica verve.

Ecco dunque cosa riserva questa nuova avventura: la storia di un’amicizia improbabile e ostacolata, ma non solo, anche la storia di un figlio e un padre, i quali scopriranno di essere più simili di quanto avrebbero mai potuto credere.

“I’m not here to antagonize you. But my son is in tears and I am his father and so I am here to ask why you would keep apart two good friends.”

 

In Italia, il testo teatrale sarà pubblicato con il titolo Harry Potter e la maledizione dell’erede il 24 settembre 2016 da Salani.