Si vede subito che Filomena Pucci lavora nella televisione: ha il portamento giusto, una parlata sicura, la voce chiara e piacevole di chi sa come farsi ascoltare. Eppure, quella non è più la sua occupazione: circa quattro anni fa, Filomena ha abbandonato il lavoro di una vita, la casa dove per la prima volta ha abitato da sola e la sicurezza di anni di esperienza, per dedicarsi a quello che sapeva di amare più di ogni altra cosa – scrivere. E non per raccontare storie qualsiasi, ma le vite felici di dieci imprenditrici italiane di successo. È nato così Appassionate, il libro che l’autrice ha presentato a pordenonelegge assieme a tre delle donne di cui parla: Lilli Samer, Anna Brisotto e Raffaella Gregoris.

Filomena ha raccolto i soldi che le occorrevano per viaggiare e scrivere il suo libro tramite un crowdfunding, ed ha realizzato quello che non è una semplice raccolta di “casi aziendali”, ma la testimonianza di dieci donne che hanno deciso di uscire da una vita che non le soddisfava, per costruire la loro identità attraverso il successo imprenditoriale. Il testo, formalmente, narra di una donna che decide di compiere un viaggio che la porta ad incontrare dieci splendide donne di successo e a crescere lei stessa. «La protagonista.. sì, sono io, ma sono tutte le donne. È la loro anima che ho voluto raccontare».

L’ultimo capitolo – e quindi l’ultima storia – s’intitola Matrice donna («amore colato» per l’autrice): parla di una donna italiana che vive a Parigi e, in seguito alla morte della sorella che era una delle migliori parrucchiere della città, decide di aprire un atelier in cui le donne in difficoltà economica possano sistemare i propri capelli per pochi spiccioli. Il significato di questo gesto va al di là dell’estetica: il centro offre infatti anche sostegno psicologico e aiuta le donne a sentirsi di nuovo belle, sia dentro che fuori, per tornare a prendere in mano la propria vita con forza e tenacia, proprio come se fosse una nuova impresa.

All’incontro, anche il contributo dei personaggi di Filomena, direttamente dalle voci delle protagoniste presenti. Lilli parla dell’onestà che si evince dai racconti presenti nel libro, qualità che troppo spesso è ingiustamente concepita come lontana dalla figura dell’imprenditore. Anna e Raffaella, infine, concordano nell’individuare come filo conduttore del romanzo il grande senso di responsabilità sociale che riconoscono in tutte le imprenditrici: «Questo aspetto è meraviglioso, perché si riflette nella qualità del lavoro mostrando la passione che le donne hanno, e la passione uccide la noia, la tristezza e ci permette di alzarci dal letto al mattino».