“Gorizia è la più bella porta aperta sull’Italia”
Così il pittore tedesco Max Klinger definisce questa magica città da cui è impossibile non rimanere affascinati; ogni visitatore rimane infatti colpito dalla particolare atmosfera che pervade le strade di Gorizia da un lato, a causa della compenetrazione di culture diverse e dall’altro, a causa dall’ambiente a metà tra storia e attualità. In questo articolo parleremo in particolare della storia medievale di Gorizia, partendo dai suoi grandi avvenimenti per arrivare alla descrizione dei luoghi caratteristici, seguendo un itinerario attraverso le località antiche della città.

 

Il nome della città di Gorizia appare per la prima volta in un documento ufficiale nel 1001, quando l’Imperatore Ottone III del Sacro Romano Impero cedeva il Castello di Solcano e il suo abitato, (l’odierna Solkan, in territorio sloveno), a Giovanni IV di Ravenna, l’allora patriarca di Aquileia, e la villa di Gorizia a Guariento, Conte del Friuli, appartenente alla casata degli Eppenstein. Considerata da molti la data ufficiale della fondazione della città, il nome di Gorizia riappare in seguito nel 1015 in un altro documento, il quale si pronuncia in merito all’origine slava del nome del luogo con la formula “Villa quae Sclavorum lingua vocatur Goriza”.

 

La famiglia Eppenstein iniziò la costruzione del Castello di Gorizia, completata poi nel 1146 per mano dei loro successori. È con questa casata che comincia quindi l’epoca dei cosiddetti conti goriziani. Agli Eppenstein succedettero prima i Mosburg nel 1090 e poi i Lurngau, originari del Tirolo ma con vincoli familiari risalenti ai conti palatini della Baviera. Quest’ultima famiglia continuò a governare Gorizia sottostando ai Patriarchi di Aquileia e non ebbe mai un vero e proprio potere autonomo: i Conti, infatti, erano gli “avvocati” dei patriarchi. Questi ultimi costituivano un grande ostacolo per le mire espansionistiche dei Conti verso la Pianura Padana tanto che, nel 1202 presso Cormons, venne stipulato il Trattato di San Quirino, con il quale i patriarchi cedettero l’intera area goriziana ai Conti, che se la spartirono, creando dei possedimenti ben delimitati.
Sotto il punto di vista strutturale, la città di Gorizia rimase in epoca medievale sempre di modeste dimensioni, articolandosi in due distinti agglomerati urbani: il primo, più popoloso, si estendeva nella zona del castello e si occupava di funzioni prettamente amministrative mentre, il secondo, si sviluppava nella zona della valle del fiume Isonzo ed era il luogo nel quale sorgevano le attività commerciali e agricole. La popolazione era formata da friulani, sloveni e tirolesi ma, nonostante i numerosi tentativi, i Conti goriziani non riuscirono mai ad integrare un numero consistente di immigrati di origine germanica, soprattutto a causa della mobilità della loro corte, che si spostava solo saltuariamente a Gorizia mentre per il resto del tempo si trovava a Lienz. La città non veniva considerata particolarmente importante, come è testimoniato dalla mancanza di un’autorità ecclesiastica locale autonoma: il Vicario al quale i cittadini facevano riferimento era infatti quello di Solcano. Nel 1210 Gorizia comincia ad acquisire maggiore importanza, tanto che le viene concesso di tenere un mercato autonomo una volta l’anno, in occasione della festa di San Giovanni Battista e, successivamente, di battere moneta. Sempre in questi anni iniziò l’espansione verso l’area istriana e si consolidò l’alleanza tra Gorizia e Tirolo, soprattutto con il matrimonio tra il Conte Mainardo III e Adelaide di Tirolo nel 1253, che sancì la fusione delle due Contee. Il dominio dei Conti si estese successivamente nel Friuli, dove arrivarono ad occupare Sacile, Tolmezzo, Tricesimo e Gemona.
Personaggio di particolare rilievo in quest’epoca fu Enrico II, il quale divenne Conte nel 1304 e che decise di espandere a un tale livello i suoi possedimenti che entrò in conflitto con il Patriarcato di Aquileia, riuscendo a sconfiggerlo. Si alleò quindi con Verona e Cangrande della Scala riuscendo così a conquistare Padova nel 1319: Gorizia comprendeva così Tirolo, Veneto, Friuli e Slovenia. Morto in circostanze misteriose, forse avvelenato da alcuni sicari estensi durante un banchetto, non riuscì sfortunatamente a portare a termine il suo progetto egemonico.
Nel 1363 i Conti vennero costretti a cedere il Tirolo agli Asburgo e nel 1366 venne ripristinata definitivamente l’autorità del patriarcato con la Costituzione della Patria del Friuli (Constitutiones Patriae Foriiulii). Nel 1415 Enrico IV ricevette a Costanza da re Sigismondo d’Ungheria l’investitura ufficiale per i suoi feudi imperiali ma, nel 1420 una nuova minaccia stava per abbattersi su Gorizia: Venezia, infatti, aveva attaccato il Patriarcato di Aquileia, sconfiggendolo. Nel 1424 il Conte Enrico IV si piegò alla Serenissima, la quale aveva appena costruito una fortezza a Gradisca e faceva pressione per espandersi verso Gorizia il suo territorio. Il 12 aprile 1500 moriva quindi senza eredi l’ultimo conte di Gorizia Leonardo, ponendo fine all’era medievale di questa città.

 

Testimonianza di quest’epoca visibile ancora al giorno d’oggi è il Castello, che troneggia nella parte alta della capoluogo. Come precedentemente accennato, la sua costruzione venne iniziata dai Conti Eppenstein e conclusa nel 1146 da Enrico IV di Sponheim. L’attuale aspetto è molto diverso da come il castello doveva apparire in epoca medievale, soprattutto a cause delle numerose distruzioni e ricostruzioni che si sono alternate nel corso dei secoli. Nonostante tutto, sono ancora visibili le antiche fondamenta nella Corte dei Lanzi, la parte più arcaica della struttura e l’imponente mastio in pietra. Per avere un’idea di come il castello di Gorizia dovesse apparire nel Medioevo, si può fare riferimento alla struttura del Castello di Bruck, in Austria, costruito anch’esso dai Conti di Gorizia nel XIII secolo.
Proseguendo nel nostro itinerario per le vie medievali della città, possiamo vedere ancora il Duomo, eretto a partire dal 1398, dedicato ai santi Ilario e Terenzio in un’area subito sottostante a quella del Castello.
Ultimo edificio medievale di particolare rilievo è la Chiesa di San Rocco, eretta a partire dalla fine del XV secolo, ampliata e abbellita nelle epoche successive.
Per concludere il nostro viaggio a Gorizia medievale possiamo fare due passi attraverso il centro storico subito sottostante al castello, le cui vie in ciottoli, anguste e scure ricordano ancora ciò che questa città doveva essere secoli fa, nonostante gli anni passati inesorabilmente.

Fonte immagine: Castello di Gorizia

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