Il 19 giugno 2014 in Spagna un fatto particolare ha segnato l’anno per il paese iberico, destando certamente una certa emozione nel Paese: Filippo di Borbone e Grecia, a seguito dell’abdicazione del padre Juan Carlos di Borbone del giorno precedente, è diventato re di Spagna col nome di Filippo VI.

Di passati sovrani suoi omonimi abbiamo molta conoscenza: Filippo I d’Asburgo (1478-1506) fu prima un machiavellico principe consorte e poi, per pochissimo tempo e solo di fatto, sovrano di Spagna; suo nipote, Filippo II (1527-1598) fu colui che dichiarò per ben tre volte la bancarotta del Regno, vedendo inoltre distrutta ad opera degli inglesi di Elisabetta I Tudor la sua Armada Invencible, ma anche colui che portò il Regno all’apice della sua potenza, distinguendosi nel Mediterraneo con la famosa battaglia di Lepanto; Filippo IV (1605-1665) fu tra i protagonisti di uno dei periodi più turbolenti della storia d’Europa, la Guerra dei Trent’anni, mentre Filippo V (1683-1746) fu il primo re di Spagna della attuale dinastia dei Borbone.

Il nome del nuovo re non ha quindi una secondaria importanza nella storia della monarchia spagnola, come non lo sono i titoli ereditati dal padre, altrettanto significativi per il loro passato. Filippo VI, nonostante ufficialmente sia Re di Spagna, con annessi una serie di titoli minori riferiti al regno e riconosciuti legalmente dalla Costituzione spagnola, ha ereditato una titolatura storica che, sebbene non sia più in uso e sia puramente onorifica e nominale, trae le sue origini dal più lontano medioevo. La lista è veramente lunga, prendete un bel respiro. Con ordine, egli infatti è:

Maestà cattolica, Re di Castiglia, Re di León, Re di Aragona, Re delle Due Sicilie, Re di Gerusalemme, Re di Navarra, Re di Granada, Re di Toledo, Re di Valencia, Re di Galizia, Re di Maiorca, Re di Minorca, Re di Siviglia, Re di Cordova, Re di Corsica, Re di Sardegna, Re di Murcia, Re di Jaén, Re di Algeciras, Re di Algarve, Re delle Isole Canarie, Re di Ungheria, Re di Dalmazia, Re di Croazia, Re delle Indie Orientali, Occidentali, delle Isole e della Terraferma del Mare Oceano, Principe di Svevia, Margravio del Sacro Romano Impero, Arciduca d’Austria, Duca di Borgogna, Duca di Brabante, Duca di Milano, Duca di Atene e Neopatria, Duca del Limburgo, Duca del Lussemburgo, Duca di Lotaringia, Duca di Gheldria, Duca di Stiria, Duca di Carniola, Duca di Carinzia, Duca del Wurttemberg, Langravio d’Alsazia, Marchese di Oristano, Conte palatino di Borgogna, Conte di Asburgo, Conte delle Fiandre, Conte del Tirolo, Conte di Rossiglione, Conte di Barcellona, Conte di Artois, Conte del Palatinato, Conte di Hainaut, Conte di Namur, Conte di Gorizia, Conte del Gocèano, Conte di Ferrete, Conte di Kyburgo, Signore di Biscaglia, Signore di Molina, Signore di Frisia, Signore di Salins, Signore della Marca slovena, Signore di Pordenone, Signore di Tripoli, Capitano generale della reale forza armata e supremo comandante, Protocanonico della Papale Basilica Patriarcale Maggiore Arcipretale Liberiana di Santa Maria Maggiore in Roma.

Sebbene formali e per buona parte solo nominali e cerimoniali, ancora oggi nessun sovrano in Europa vanta una simile lista. Leggendola con attenzione, ai più attenti sarà balzato all’occhio qualche nome particolare, a noi molto vicino: re Filippo infatti è Conte di Gorizia e Signore di Pordenone.

Due domande sorgono quindi spontanee: come mai un re di Spagna ha così tanti titoli? E come mai in questa lista compaiono proprio i nomi di ben due città friulane? In fin dei conti la Spagna non ha mai avuto nulla a che fare con il Nordest italiano, se non nella misura dei commerci con Venezia e l’Austria: come mai sono presenti titoli che ci si aspetterebbe vedere come appartenenti o più adatti a un discendente del noto Francesco Giuseppe?

Per rispondere si può partire proprio dal nome di Filippo: come abbiamo visto, Filippo I faceva parte della dinastia degli Asburgo, all’epoca seduta sul trono del Sacro Romano Impero con suo padre, Massimiliano I, imperatore (dal 1508 al 1519). Questa dinastia, in passato, aveva avuto moltissime proprietà e dipendenze in ogni parte d’Europa: nel caso del Friuli, gli Asburgo, già Duchi d’Austria, erano dal XIII secolo Duchi di Stiria e come tali governavano su diverse località, tra cui Pordenone e Gorizia. Per la prima essi erano Signori da sempre, per la seconda essi erano Conti dall’estinzione del ramo diretto dei Conti goriziani avvenuta ai primi del 1500.

Una precisazione va fatta: ad alcuni titoli già allora non corrispondeva il governo effettivo. Ad esempio, tra tutti i titoli imperiali figurava quello di Re di Gerusalemme, derivato dall’esperienza di governo di certe dinastie sull’omonimo Stato crociato, all’epoca di Massimiliano però ormai un ricordo. Eppure molte dinastie continuarono a fregiarsi di tale titolo, anche in contemporanea, tutte nell’ottica di pretendenti al trono.

Oggi solo la monarchia spagnola lo possiede di fatto ma per questa questione lo contende agli Asburgo d’Austria, ai Borbone di Sicilia e persino ai Savoia. Altri titoli oggi del Re di Spagna poi possono indicare un antico governo effettivo ormai decaduto per i tempi diversi; altri ancora possono essere stati acquisiti già privi di qualunque valore concreto nell’ottica di pretendenza; altri ancora nell’ottica di semplice ricordo storico, quasi un distintivo alla memoria del passato magari derivato da rami collaterali o comunque imparentati.

Differentemente da Gorizia, dove al titolo di conte corrisponderà un governo effettivo per lungo tempo, nel caso di Pordenone, sebbene la signoria sul borgo fosse stata concessa da Venezia ai D’Alviano nel 1508, a seguito della presa della città da parte di Bartolomeo il quale a sua volta l’aveva tolta al dominio degli Asburgo, e avesse cessato di esistere nel 1537 con la morte dell’ultimo discendente, il titolo nominale di Signore continuava a rimanere in mano agli imperatori nonostante il governo cittadino fosse del tutto sotto il controllo della Serenissima.

Di qui la parte più macchinosa: il figlio di Filippo I, quindi il nipote dell’imperatore Massimiliano, Carlo, alla morte del padre e dopo un periodo di reggenza, divenne Re di Spagna (1516). Non passarono molti anni che, morto il nonno, egli fosse eletto dai principi tedeschi alla carica imperiale (1519), assumendone tutti i titoli e prendendo il nome di Carlo V.

In quel momento l’intera titolatura della carica si fuse con quella in mano ai monarchi di Spagna, seppur per poco: infatti, morto Carlo nel 1558, la dinastia e i governi di Spagna e dell’Impero presero strade diverse; se il figlio Filippo II divenne re del Paese iberico (inaugurando la dinastia degli Asburgo di Spagna), il sovrano dell’Impero divenne il fratello di Carlo, Ferdinando I, il quale ereditò esclusivamente i titoli che erano stati di Massimiliano.

Tanto comunque bastò affinché i sovrani spagnoli, sia della dinastia degli Asburgo di Spagna che dei Borbone, per eredità della Corona, si fregiassero di quei titoli che per relativamente breve tempo erano stati di Carlo V, sebbene e puramente a livello di pretendenti e/o di memoria storica di cosa la famiglia aveva in passato “posseduto”.

Ecco quindi spiegato il motivo per il quale l’attuale re Filippo VI di Spagna sia anche Signore di Pordenone e Conte di Gorizia: questi altro non sono che un “ricordo” di due titoli onorifici tra i tanti già posseduti dai re spagnoli, di località mai visitate o governate da alcun sovrano iberico (fatta eccezione per il regno di Carlo V). Titoli il cui nome tiene viva e in essere una delle più grandi storie che hanno segnato il nostro continente: quella delle monarchie e degli imperi europei.

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