Mercoledì 2 dicembre si è tenuto, presso l’auditorium dell’istituto Don Bosco, il nono incontro della serie Percorsi, organizzata dall’Associazione culturale Aladura, dal titolo “Sacro”. Il tema è stato trattato da Chiara Frugoni, esperta in storia medievale e della chiesa, attraverso la presentazione del suo ultimo libro Quale Francesco? Il messaggio nascosto negli affreschi della Basilica superiore di Assisi.

Il sacro è il principio costitutivo di tutte le religioni, ed è caratteristica di più aspetti della nostra vita: “sacro” è il tempo scandito dalle feste nella Bibbia, “sacri” sono i luoghi del culto e le personalità; nella religione cattolica si da molta importanza alle immagini sacre, le quali vanno interpretate assieme al testo (considerato sacro anch’esso) che descrive la situazione raffiguratavi. Il grande esempio al quale la storica ha deciso di dedicare vent’anni di studi, è la Basilica superiore di Assisi.

La Basilica intitolata a San Francesco è divisa in due parti, quella superiore e quella inferiore; il corpo del santo venne trasferito all’interno nel 1230 ma, da quello che si sa, i primi affreschi furono realizzati solo nel 1280. Come mai questa discrepanza fra le due date? E’ possibile che l’edificio fosse rimasto senza dipinti così a lungo? La parte superiore era composta da sale riservate esclusivamente alle riunioni dei capi Francescani, mentre quella inferiore, che ospitava la salma di Francesco, era invece interamente dedicata al culto ed era l’unica alla quale potevano accedere i pellegrini. Il problema nella realizzazione degli affreschi consisteva nel sostanziale divario fra ciò che Francesco era realmente stato e ciò che, negli anni, era divenuto l’Ordine: se il frate aveva predicato una vita all’insegna della rinuncia, della condivisione con i fratelli più poveri, dell’astensione dal possedimento di denaro, il successo dell’Ordine era stato tale da fargli assumere connotati più tradizionali, come la ricchezza e l’impegno nello studio piuttosto che nel lavoro manuale. Si presentava dunque particolarmente complicato far coincidere i due aspetti dell’essenza Francescana.

Quando Bonaventura da Bagnoregio divenne Ministro dell’Ordine, riconobbe San Francesco nell’angelo del sesto sigillo annunciato da Gioacchino da Fiore: secondo Bonaventura, il Santo e l’Ordine serafico sarebbero tornati nel giorno del Giudizio Universale; intanto, era compito dei frati purificare se stessi e l’Ordine. Questa è la spiegazione alla base dell’intero ciclo di affreschi della Basilica: esso racconta le immagini più importanti della vita di Francesco, rappresentato sempre scalzo ed in preghiera, e della storia dei Francescani, dipinti con ricchi vestiti ed in “azione” piuttosto che in preghiera. Chiara Frugoni ha quindi indagato, osservando uno ad uno gli affreschi dell’edifico e svelandone i segreti nel suo libro.

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