Ogni tanto accade che, mentre fisso con insistenza la libreria alla ricerca di qualcosa di nuovo da leggere, il mio sguardo cada sulla zona dove sono raccolti tutti i libri per ragazzi. Roald Dahl, Eleanor H. Porter, Astrid Lindgren, Johanna Spyri,… Tutti autori che mi hanno accolto e accompagnato nella scoperta dell’esistenza di mondi a me fino a quel momento ignoti, portandomi ad amare anche solo il gesto di aprire un nuovo libro e assaporarne l’odore.
Su tutti ogni volta sembra troneggiare fiera, maestosa, inarrivabile, completamente ironica Bianca Pitzorno, insieme al suo Ascolta il mio cuore. Prenderlo in mano, osservarne le pagine ormai ingiallite, annusarne il familiare profumo di carta e legno che ne impregna le pagine mi riporta ogni volta, inevitabilmente, a un tempo lontano – nel periodo successivo alla Seconda Guerra Mondiale – in cui i bambini portavano ancora i pantaloni corti e le calze lunghe al ginocchio, mentre le bambine venivano costrette dalla tata a legare i capelli in due trecce fermate in fondo da due fiocchi; in cui la massima preoccupazione di ogni fanciullo era eseguire i compiti assegnati dalla maestra, pena uno scapaccione materno o paterno, finiti i quali avevano il permesso di uscire a giocare con gli amichetti.
Ed è in questo mondo che incontriamo e facciamo la conoscenza di Prisca, Elisa e Rosalba, all’apparenza tre bambine come tante, senza alcunché di speciale: tutte e tre di buona famiglia, come tanti altri dividono le loro giornate tra la scuola e i pomeriggi passati a studiare e a giocare con le bambole. Eppure è proprio nella loro apparente normalità che si manifesta il loro essere straordinarie.
Prisca, giovane scrittrice in erba, passa le sue giornate a osservare ciò che le succede intorno: analizza, scruta ogni cosa, per poi riportare tutto ciò che pensa sulle pagine delle sue agende, rigorosamente sotto forma di racconti. Sua fedele compagna è Dinosaura, una piccola tartaruga di terra con una passione sfrenata per le fragole.
Elisa, orfana di entrambi i genitori, morti a causa di un bombardamento durante la guerra, è gentile, generosa, timida ma anche giusta, pronta a tirare fuori i denti per difendere ciò che ritiene importante; migliore amica di Prisca fin dai primi anni di vita, ne ammira il carattere forte, deciso, imprevedibile, non cosciente del fatto di possedere ella stessa queste qualità.
Completa il terzetto Rosalba, l’artista del gruppo, figlia del commerciante più importante della città, tanto abile con la matita quanto con i numeri; impavida, fedele, agguerrita quando la situazione lo necessita, odia le ingiustizie a tal punto da non riuscire a rimanere in silenzio quando assiste a qualcosa che va contro a ogni suo principio.
Tre caratteri diversi, ma accomunati da un unico denominatore, che li rende complementari l’uno con l’altro: la voglia inesauribile e insaziabile di conoscere, di uscire dal proprio guscio per esplorare ciò che le circonda; la consapevolezza che il mondo all’apparenza perfetto in cui sono nate e cresciute è soltanto un’illusione creata dagli adulti per tenerle al sicuro, lontane da tutto ciò che potrebbe turbarle e stupirle.
Ma la realtà non può essere esclusa e tenuta sotto controllo a lungo; perciò, quando essa fa inevitabilmente capolino nelle loro vite, le tre amiche scoprono un altro mondo, fatto di diversità, di paura per ciò che il domani può portare, di disillusione, ma anche, e soprattutto, di speranza; ed è aggrappandosi proprio a questa che alle protagoniste non resta altra soluzione se non quella di unire le loro menti e le loro forze per lasciare che l’ignoto, il cambiamento – qualunque esso sia – venga compreso e accettato senza paura.
Ascolta il mio cuore è uno di quei romanzi che solo apparentemente sono scritti per bambini, ma che conquistano il cuore di chiunque li legga: ti entra dentro per la sua semplicità, la sua freschezza, l’apparente ingenuità, la fanciullesca innocenza; ti invoglia a cercare la meraviglia in ogni cosa che lo circonda, in ogni minimo gesto, in ogni singolo secondo. Chi lo legge non può non essere conquistato da un mondo fatto di piccole storie quotidiane, di lotte contro chi, cercando di mantenere lo status quo da sempre esistente, preferisce chiudere gli occhi e non vedere cosa ha davvero davanti pur di non mettersi in gioco e rimanere ancorato a qualcosa che non si è accorto non esistere più.
Prisca, Elisa e Rosalba sono la perfetta dimostrazione che non è necessario essere grandi per poter comprendere cosa sia davvero importante; qualsiasi cosa non venga cercata, osservata, analizzata, percepita con il cuore risulta inutile, vuota, banale.
Qualunque sia l’età di chi guarda.
Nata a Vicenza nel 1993, ho conseguito la laurea magistrale in Filologia e Letteratura italiana a Ca’ Foscari, Venezia. Testarda e determinata, sognatrice professionista con una passione sfrenata per Jane Austen, Guerra e Pace e Walt Disney, vivo tra e per i libri, credendo che ogni buon testo possa essere la chiave per la felicità. Non dimenticando i film, che molto spesso sono la loro perfetta metà.