Io non credo che sia possibile individuare l’esatto momento, l’avvenimento definitivo che trasfigura il volto di una Rivoluzione in una mascherata repellente; non riesco a immaginare un Rubicone in grado di marcare con nitidezza l’eroismo di un uomo che esige la propria libertà dall’infamia dei campi di rieducazione; non oso separare l’idealista dal tiranno.

L’ultima notte del Rais è un romanzo dello scrittore algerino Yasmina Khadra che ripercorre le ultime ore di vita di Muammar Gheddafi, guida della Libia per quarantadue anni. L’ombra proiettata dalla nostra parte del Mediterraneo ebbe sempre i contorni sfocati degli uomini di Potere: cupo, eppure dedito alla lussuria; pacchiano di una sbiadita regalità; dileggiato o onorato secondo necessità. La narrazione, ricca di flashback che finiscono per sostenere la colonna vertebrale del romanzo, si mantiene aderente alla focalizzazione interna dello stesso protagonista, la cui coscienza svaria tra l’affanno di una notte senza appello e l’orgoglio per una vita degna del prediletto di Dio. Nello svolgersi delle pagine, lo scrittore trascina e consuma la linea di separazione tra necessità di riscatto e febbre del Potere con l’abilità di un pittore di tramonti: la colpa del sangue, dapprima additata all’incancrenirsi dell’autorità, arriverà infine a lambire i confini della stessa fanciullezza. Il ritratto che Khadra delinea di Gheddafi risulta credibile – persino meritevole di empatia: ultimo tra i figli dei beduini del deserto, semenza di uno sconosciuto nome cristiano, Muammar segue una spinta, una Voce sconosciuta e dai tratti divini, in un cammino che pare già segnato per i suoi passi – i suoi nemici divengono i nemici di un Lettore inconfessabilmente compiaciuto dall’estro fieramente vendicativo del protagonista. L’immersione nella lucidità del protagonista sorprende, a tratti inquieta. La sua non è una figura di confusa megalomania: si regge saldamente su un’attenta lucidità, colpevole tuttavia di una solitudine, sorda e angosciosa, aguzzina di un popolo – carnefice di un uomo.

Sono Muammar Gheddafi. Questo dovrebbe bastare a mantenere la fede.
Sono colui per mezzo del quale arriva la salvezza.

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