Come vi sentireste, se foste continuamente perseguitati da un uomo avido e fetente, che vi scova ovunque andiate? Non c’è riparo sicuro, non c’è luogo appartato dove  nascondersi, non esistono più quattro mura affidabili. L’occhio del conte Olaf arriva ovunque, assieme ai suoi travestimenti eclettici e alle sue bugie. Sapete che le intenzioni di quell’uomo sono di uccidervi e di impossessarsi del patrimonio lasciatovi dai vostri genitori. Sapete sempre chi e cosa, non sapete quando né come. Sapete inoltre di essere dei ragazzini, e che nessuno crederà mai alla vostra versione dei fatti.

La casa dei tre fratelli Baudelaire è stata distrutta mentre loro erano a godersi la pace di un pomeriggio in riva al mare. Nell’incendio sono periti entrambi i genitori. Da quel pomeriggio, i Baudelaire non hanno un solo giorno intero di serenità: la quattordicenne Violet, il dodicenne Klaus e la bebè Sunny vengono sballottati da un parente all’altro, ognuno apparentemente meno affidabile del precedente. Riescono a cavarsela, per il rotto della cuffia, solo perché Violet è una geniale inventrice e Klaus un colto ricercatore. Anche la piccola Sunny ci mette del suo per sventare i piani malvagi di Olaf e della sua banda: i denti aguzzi della bambina salvano il trio in più di una situazione.

 

Se avete visto il film, dimenticatelo (tratta solo i primi tre libri). Se avete già visto su Netflix la nuova serie, continuate a leggere e vi spiego da cosa è tratta.
Con una prosa affabile e limpida, sullo sfondo di un umorismo nero e irresistibile, Lemony Snicket racconta in tredici volumi Una serie di sfortunati eventi, ovvero la storia dei Baudelaire divisa in tredici capitoli: l’alter ego che l’autore usa come pseudonimo è nient’altri che uno dei personaggi della storia, membro di una società segreta  che verrà rivelata passo dopo passo, volume dopo volume. Se all’inizio la narrazione pare un tantino ripetitiva, le vicende dei tre fratelli ben presto si inseriscono in uno scenario più ampio, dove uno sciagurato scisma sta alla base dell’effetto domino di sventure e misteri accanitesi contro i ragazzini.

Due iniziali aleggiano sopra le teste dei Baudelaire, inspiegabili quanto insistenti: V.F. Alla ricerca di risposte, i fratelli si ritrovano nelle situazioni più assurde e impensabili, come a risalire il pozzo vuoto di un ascensore, a fingere di essere dei fenomeni da baraccone e a lavorare in una segheria. Pochi e sparuti sono i momenti di sollievo, tutti con una nota amara, ma per fortuna c’è qualcuno che lungo la via simpatizza con loro. I trigemini Pantano, ad esempio, altri sfortunati ragazzi che incrociano il loro cammino, oltre ad una Vipera Incredibilmente Letale, al capitano di un sottomarino  assieme alla figlia micologa, e a un sotto-sotto-bibliotecario.
A volte è difficile distinguere i nemici dagli amici e fare delle scelte moralmente giuste, fronteggiando il cipiglio tatuato sull’ossuta caviglia di Olaf, ma scappare per sempre è impossibile. Di cose improbabili, comunque, il testo ne è ricco: metafore argute, messaggi in codice nel frigorifero, elenchi bizzarri e spiegazioni divertenti che riescono sempre a strappare sorrisi, nonostante le fosche e cupe vicende narrate. Rischierete di imbattervi in delle sanguisughe assassine che fiutano una banana in digestione a parecchi metri di distanza, in un preside che vi impone di assistere a sei ore di concerto sgraziato per violino, nonché in una cittadina completamente ricoperta da corvi.

In ognuno dei 13 libri, Snicket ammonisce il lettore sprovveduto spronandolo con ogni mezzo retorico ad abbandonare una lettura così spiacevole. Perché non preferire, invece, una storiella più leggera e felice?
Ve lo dico io: perché questa storia ha fascino. E non è il fascino della tragedia, ma quello della brillantezza della scrittura di Snicket e delle impeccabili illustrazioni di Brett Helquist. Vi invito quindi a intraprendere questo viaggio tragicomico assieme ai Baudelaire, che vi porterà ad approdare su lidi sconosciuti dove attendono risvolti sempre più sorprendenti. Non ve ne pentirete, riderete della grossa, e verserete lacrime quando meno ve l’aspettate.

Con il dovuto rispetto,
Manuela Ortis

 

“Rifiutarsi di prendere in considerazione un’idea, come di prendere al volo il cuginetto che sta per cadere in un pozzo o di prendere la via della fuga davanti a un branco di iene, è una cosa pericolosa. Se rifiutate di prendere vostro cugino, quello per esempio potrebbe schiantarsi nel pozzo. Se rifiutate di prendere la fuga davanti alla iene, quelle potrebbero decidere di divorarvi. Ma se rifiutate di prendere in considerazione un’idea (che è solo un modo elegante di dire che rifiutate di pensare a una certa cosa) dovrete essere molto più coraggiosi di chi sta solo fronteggiando belve sanguinarie o genitori irritati di trovare il loro tesoruccio in fondo a un pozzo, perché nessuno sa cosa potrebbe fare un’idea che viene ignorata, soprattutto se è di un individuo malefico e sinistro.”