Negli anni Sessanta, periodo di fermento economico e culturale, Pordenone visse una stagione di entusiasmo e progettualità che coinvolse anche il fiume Noncello, allora percepito come simbolo di identità cittadina. In questo contesto, nel settembre 1967, nacque il Rally Motonautico Venezia–Pordenone, organizzato nell’ambito della Fiera Campionaria.

L’iniziativa, promossa da Giancarlo Predieri, presidente dell’Ente Provinciale per il Turismo, e da Gianni Zuliani, segretario generale dell’Ente Fiera, intendeva riaprire idealmente il dialogo tra la città friulana e Venezia, un tempo unite da intensi scambi commerciali e culturali.

Il successo della prima edizione fu immediato. La collaborazione con il Circolo Motonautico Veneziano, sodalizio fondato nel 1957 e già protagonista di numerosi successi internazionali, consolidò il carattere sportivo della manifestazione.

L’entusiasmo dei partecipanti portò alla nascita, nel gennaio 1968, del Gruppo Sportivo Nautico “Portus Naonis”, erede ideale delle antiche corporazioni dei marinai pordenonesi. Tra i fondatori figuravano, oltre a Zuliani e Predieri, figure come Guido Pedrazzoli, Bruno Cancian e Graziano Puiatti. Il nuovo club si propose di promuovere la motonautica e, al tempo stesso, di recuperare la tradizione fluviale del territorio.

Tra i progetti più ambiziosi emerse quello di una darsena sul Noncello, elaborato dall’architetto Isidoro Martin, che prevedeva un bacino da duecento posti barca. Nonostante l’interesse suscitato, l’iniziativa non fu mai realizzata. Tuttavia, il movimento motonautico continuò a crescere, consolidandosi come punto di riferimento per l’intera regione.

Con il 1979 si chiuse la prima fase della manifestazione, coincidente con la soppressione dell’Ente Provinciale per il Turismo, ma il Rally riprese nel 1982 grazie a un nuovo gruppo organizzativo che rilanciò l’evento con spirito rinnovato. Da allora la competizione divenne parte integrante del calendario federale, acquisendo una dimensione più agonistica e regolare cadenza annuale.

Negli anni successivi, il Rally Venezia–Pordenone–Venezia si affermò come una delle principali gare di regolarità motonautica del Nord Italia. La partecipazione congiunta di equipaggi friulani e veneziani mantenne viva la tradizionale rivalità sportiva e, al tempo stesso, un legame culturale che affonda le radici nella storia comune della Serenissima e del Friuli occidentale.

La gara, caratterizzata da un percorso di circa 150 chilometri, unisce il Lido di Venezia a Pordenone attraverso la laguna, il Livenza, il Meduna e il Noncello. Non è una competizione di velocità, ma di regolarità: a vincere è l’equipaggio che rispetta con maggiore precisione la velocità media dichiarata.

Questo tipo di prova, a basso impatto ambientale, ha contribuito anche alla valorizzazione naturalistica dei corsi d’acqua, grazie alle operazioni di pulizia e manutenzione svolte dai soci del Gruppo Sportivo Nautico in collaborazione con le associazioni locali.

Nel corso degli anni Ottanta e Novanta, la motonautica pordenonese raggiunse risultati significativi anche a livello nazionale ed europeo. Particolarmente rilevante fu il titolo tricolore conquistato nel 1997 da Luigi Martin e Italo Collavizza, primi friulani a imporsi nel campionato italiano di regolarità.

Dal 1998 la manifestazione si è arricchita del Trofeo “Angelo Boer”, dedicato a un giovane motonauta prematuramente scomparso, destinato all’equipaggio del Friuli Venezia Giulia con i migliori risultati in tre edizioni consecutive.

Parallelamente, la diffusione del turismo nautico ha favorito la nascita di nuove realtà associative nella provincia di Pordenone, tra cui l’Associazione Gommonauti, il Gruppo Vogatori “Monte Cavallo” e diverse iniziative dedicate alla valorizzazione culturale e ambientale del fiume.

Oggi il Rally Motonautico Venezia–Pordenone, giunto alla sua 54ᵃ edizione, rappresenta una tradizione consolidata e un punto d’incontro tra sport, storia e tutela del territorio. La manifestazione continua a richiamare appassionati e curiosi, mantenendo viva l’idea originaria: riscoprire il fiume come parte integrante della città e riconoscerne il valore culturale, ambientale e turistico.


Articolo tratto da:

  • Piergiorgio Grizzo, Flavio Mariuzzo, Portus Naonis. Trent’anni sul Noncello da Venezia a Pordenone, Edizioni La Voce, Pordenone, 2000.