Esistono degli aspetti della vita pubblica italiana per cui, all’estero, siamo tanto conosciuti quanto per il Colosseo o Leonardo o Dante: la corruzione spontanea, così autoctona nella nostra classe dirigente; le malcelate amicizie tra le più alte cariche della Repubblica (un paio di Presidenti del Consiglio, tanto per non fare nomi) e noti esponenti di folcloristiche organizzazioni parastatali; una macchina burocratica che, più che un supporto al vivere comune, potrebbe candidarsi a finale inedito del Castello di Kafka; un rifiuto sistematico per tutto quello che riguarda innovazione e competitività, che in effetti paiono ormai termini consoni alla sola semantica del diritto del lavoro.

Mercoledì 18 marzo alle 15:30, l’Auditorium del Centro culturale Casa Zanussi di Pordenone ospiterà Guido Scorza, docente, avvocato e blogger (Il Fatto Quotidiano, Wired, Punto Informatico, PC Magazine, Win Magazine, Office Magazine, il Corriere Giuridico) che si occupa di Diritto delle nuove tecnologie. Con lui, Matteo Troìa, studente universitario di informatica, nominato nel 2012 dalla Commissione Europea “ambasciatore dell’innovazione”. L’incontro, moderato dal giornalista Stefano Polzot, rientra nella serie Squilibri. Globali, europei, locali ed è stato intitolato La Rete, nuova agorà democratica: contraddizioni e squilibri.

L’assunto di partenza descrive, come spesso accade, un’Italia crudelmente burocratica, legnosa, vecchia tuttavia non antica: il 34% della popolazione non ha mai usato internet – la media europea è del 20%; solo il 56% degli Italiani usa regolarmente internet – la media europea è del 72%; solo il 21% delle famiglie dispone di una connessione veloce. In generale, per quanto riguarda l’utilizzo della rete, la classifica europea è poco incoraggiante: l’Italia si aggiudica il quartultimo posto. Del resto, i dati che riguardano la velocità della nostra rete non sono più confortanti: la media delle connessioni più veloci, nel Belpaese, è 25,3 Mbps. Per un raffronto, la media delle connessioni totali (calcolata cioè includendo anche quelle più lente) è, in Romania ( che, a dire il vero, è il sesto Paese del mondo sotto quest’aspetto) 58,7 Mbps.

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