Chissà quanti di noi ricordano il momento in cui si sono resi conto che i fatti che accadono nel mondo riguardano anche la propria vita privata. Può sembrare un pensiero scontato, ma è proprio con questa riflessione che comincia il libro di Francesco Piccolo Il desiderio di essere come tutti.

Il protagonista di questo romanzo si ritrova, all’età di nove anni, all’interno della Reggia di Caserta, in quel periodo chiusa al pubblico; proprio mentre è lì da solo, il bambino prova la sensazione di essere allo stesso tempo in compagnia del mondo, come se tutti i viali del complesso fossero occupati dalle migliaia di persone che li hanno percorsi a partire dalla sua costruzione.

Questo episodio, per lui, rappresenta il punto di inizio per la realizzazione della sua consapevolezza di vivere nel mondo. Il punto d’arrivo è l’esperienza drammatica che il bambino vive nei confronti del colera, che in quello stesso anno mette in allarme l’intera città di Caserta. Il protagonista riflette, a posteriori, sulla superficialità della madre, la quale si ostina a cercare di vivere come se ciò che sta succedendo, siccome non sta colpendo direttamente la sua famiglia, non sia un problema reale. Superficialità della quale, cresciuto, si ritroverà “portatore sano” quando, dopo la catastrofe del terremoto nella sua città, alla domanda “si può essere felici anche mentre intorno a noi gli altri sono infelici?”, risponderà sì.

Attraverso queste e molte altre riflessioni, Francesco Piccolo ha realizzato un romanzo storico, politico, serissimo, ma anche personale e divertente, all’interno del quale racconta la storia politica italiana dagli anni di Berlinguer e Moro ai giorni nostri. Il protagonista, che potrebbe essere lo stesso Piccolo ma anche un narratore onnisciente, riesce ad evidenziare in ogni avvenimento, privato o pubblico che sia, un insegnamento esplicito, ma anche un legame implicito e meno evidente fra la sua crescita interiore e quella dello Stato, dando ad ogni evento della sua contemporaneità una lettura personale e legata al suo Paese, ma allo stesso umana ed umanamente valida.

La capacità dell’autore di raccontare i fatti in maniera semplice, lineare, interessante, accattivante da una parte, la profonda empatia che è in grado di crearsi fra il lettore e gli eventi narrati dall’altra, rendono questo libro particolarmente piacevole ed istruttivo allo stesso tempo, consigliato a chiunque voglia essere consapevole del presente imparando il (e dal) passato, il tutto attraverso l’ironica e spiazzante onestà del “politicamente corretto”.

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