Joseph Mallord William Turner nasce a Londra il 23 aprile 1775. A ventiquattro anni intraprende lo studio dell’arte e della prospettiva presso la Royal Academy. Artista dalla personalità bizzarra e tenace viaggiatore, fin da giovane percorre le terre del Galles e della Scozia ricavando impressioni ed emozioni che traduce in paesaggi schizzati o acquerellati. Visiterà anche l’Europa continentale in seguito e proprio l’esperienza italiana mediterranea ricoprirà un ruolo fondamentale nello sviluppo della sua arte. Si spegne a Londra il 19 dicembre 1851.
William Turner rappresenta uno degli esponenti più appassionati e sensibili della poetica del sublime teorizzata dal Romanticismo, secondo la quale la natura si impone grandiosamente all’uomo fino a stordirne i sensi.
Storicamente il Romanticismo si configurò come un eterogeneo movimento politico, filosofico, artistico e culturale diffusosi in Europa tra la fine del Settecento e la prima metà dell’Ottocento. Esso assunse peculiarità molto diversificate in relazione ai vari contesti nazionali all’interno dei quali si sviluppò: l’ideologia romantica, del resto, non era altro se non il prodotto di una società in preda ad una grave crisi economica e sociale e notevolmente oppressa sia dalle dinamiche della crescente industrializzazione, sia da quelle della restaurazione politica.
Sotto un profilo specificatamente artistico ed ideologico, nel vedere e sentire la natura, l’artista romantico si sente parte integrante di questa e vi si immerge profondamente, personalizzandola e spesso anche modificandola in funzione dei propri stati d’animo e delle proprie necessità espressive. Secondo Edmund Burke (1729-1797), intellettuale e uomo politico britannico, il sublime consisteva in quel ≪misterioso e affascinante insieme di sensazioni che è possibile provare solo di fronte a certi grandiosi spettacoli naturali, come un tramonto infuocato, una tempesta impetuosa, una notte di vento, una tormenta di neve, un paesaggio che visto dall’alto appare infinito, quando le sensazioni che ne derivano tendono a colmare l’animo di un orrore dilettevole≫.

Ne è un tipico esempio la grande tela Il mattino dopo il diluvio del pittore Turner, realizzata nel 1843 (olio su tela, 78.5 cm x 78.5 cm, Tate Gallery, Londra): questo dipinto mostra una scena del Diluvio Universale del Libro della Genesi dell’Antico Testamento della Bibbia. Gli effetti naturali di luce e atmosfera giocano un ruolo cruciale sul concetto di visione per l’artista: il ruolo dell’uomo (Mosè, probabilmente) è ritratto come passivo attraverso la sua incapacità di controllare la natura, che è bella all’occhio ma ha il potere di distruggere e ricreare la vita. L’opera illustra anche la teoria di Turner di un Dio responsabile del diluvio.

La composizione del dipinto appare come un vortice colorato con quattro pennacchi di colore più scuro: ciò esalta la forma a vortice e spinge l’osservatore a volgere lo sguardo dai gialli più scuri a quelli più chiari. In alto al centro si intravede la figura di Mosè, al di sotto del quale compare il serpente della Genesi.
Turner fu particolarmente riconosciuto per le sue tecniche con acquerelli e colori a olio che rispecchiavano immagini di paesaggi e scene di entità naturale come il tempo (atmosferico), l’oceano, l’effetto della luce e la visione. Attraverso l’offuscarsi delle immagini (dato da pennellate di colore che si addensano sulla tela suggerendo il senso di uno sconfinato sfondamento prospettivo), Turner tenta di giustificare l’idea che l’occhio cerca sempre di costruire un’immagine come una sorta di accessorio per la forma, ma la sua attrazione al colore e alla luce permettono al colore stesso di prendere il posto della sagoma.

Il colore giallo di questa tela è un chiaro riferimento alla Teoria di Goethe: secondo quest’ultimo, il giallo fu il primo colore trasmesso dalla luce.
La forma del dipinto è circolare, simboleggiando la forma dell’occhio umano che cambia il punto di vista da una tipica divisione dello spazio lineare ad un ritratto più soggettivo. Il colore giallo è tipicamente ottimistico ma Turner ne cattura la negatività legandolo ad una luce soggetta al cambiamento, facendo di quest’opera uno degli esempi più appassionati della pittura romantica.

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