Il Ponte del Diavolo (o Puìnt dal Diàul in friulano) è sicuramente il simbolo di una delle città più importanti della provincia di Udine, Cividale del Friuli.
Suddiviso in due grandi arcate di diversa larghezza (22 e 19 metri) e poggiante su tre piloni, alto 22 metri e mezzo e lungo 48, costruito in pietra, il ponte poggia su un grande macigno naturale nel letto del Natisone, il caratteristico fiume che passa per la città. Il masso, su cui poggia il pilone centrale, dona l’asimmetria a questo elemento architettonico, da cui si può ammirare Cividale e i suoi dintorni in tutti i loro splendori.

Nel punto in cui sorge nel XIII secolo era presente solamente un passaggio in legno, che era però colpito duramente dalle impetuose acque del fiume. Venne quindi la necessità di sostituirlo con un passaggio in pietra, costruzione sicuramente più sicura e più solida. L’incaricato del progetto fu l’architetto Jacopo Dagaro da Bissone, che iniziò i lavori nel 1442. I lavori vennero continuati dal capomastro Erardo da Villaco al momento della morte di Dagaro, ma proseguirono fino alla fine del XVI secolo.

Nel corso della prima guerra mondiale, a seguito della disfatta di Caporetto nel 1917, il ponte venne distrutto nel tentativo inutile, di ritardare l’avanzata del nemico. Venne ricostruito sui rilievi rimasti integri esattamente come l’originale dagli austriaci. Nel 1939 venne aggiunto il parapetto in pietra, e subì danni limitati durante la seconda guerra mondiale dai tedeschi.

L’aspetto più interessante del Ponte del Diavolo, però, è la leggenda che cela, dalla quale deriva anche il suo nome.
La leggenda, alimentata dai numerosi problemi legati alla costruzione del manufatto, dice che il ponte è stato costruito dal diavolo, contattato dai cividalesi proprio per questo scopo. Questo lo costruì in una sola notte con l’aiuto della madre, la quale avrebbe portato nel grembiule il grande blocco di pietra che sorregge il pilastro centrale fra le due grandi arcate, patteggiando con gli abitanti della cittadina friulana ciò che avrebbero dovuto offrire in cambio della sua “manodopera”: l’anima del primo essere vivente che avrebbe attraversato il ponte.
Al momento di saldare i conti, però, la mattina seguente, i cividalesi si fecero furbi. Fecero infatti rotolare sul ponte una pagnotta di pane con al suo interno una succulenta bistecca di carne, che venne fatta inseguire da un affamato cane tenuto a digiuno nelle ore immediatamente precedenti. Quest’ultimo, come da previsione, si fiondò verso la pagnotta per conquistare il pasto succulento.
Il diavolo, furibondo per essere stato imbrogliato, pietrificò la bestiola proprio nello scoglio che si trova sul Natisone.

Secondo altre versioni l’animale pietrificato sarebbe stato non un cane ma un gatto o addirittura un maiale (sembra che qualche cittadino negli anni abbia udito dei rumori simili a dei grugniti proprio sul letto del fiume, vicino al ponte).

Secondo ancora un’altra versione molto diffusa, la leggenda sarebbe molto più “semplice”: il diavolo si sarebbe limitato a dare un aiuto per la costruzione dell’opera collocando solamente il macigno su cui poggia il pilastro centrale del ponte.

Una leggenda molto curiosa, che rende il Ponte del Diavolo oltre che molto affascinante e suggestivo anche decisamente intrigante!

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