Noi de L’oppure non ci limiteremo mai alla critica di quello che altri dicono. Siamo nati per promuovere ed essere propositivi, e anche stavolta lo saremo.

Per questo non ci interessa fare polemica contro chi a Pordenone si oppone alle nuove deroghe al regolamento comunale, deroghe che – lo ricordiamo – permettono di prolungare la musica nelle notti di luglio fino all’una di notte, ma vogliamo invece riflettere sugli effetti positivi che tali deroghe potrebbero sicuramente portare alla nostra città.

Oggi più che mai si percepisce fra le persone la volontà di promuovere il loro territorio, un’esigenza che rappresenta un punto cardine anche nell’agenda di molte istituzioni. In quest’ottica di valorizzazione territoriale bisogna riflettere a fondo sull’impatto che gli eventi possono avere sulla nostra città. Non soltanto premiano la creatività e la socialità fra i cittadini, favoriscono l’orgoglio e il senso d’appartenenza comune, ma sono le fondamenta su cui si costruisce l’immagine stessa della nostra città, e con questa prende forma la sua anima.

Lo sviluppo territoriale è strettamente legato all’offerta socioculturale di cui quel territorio può disporre. Pensare ad una realtà attraente e vivace è quindi impossibile senza un’adeguata proposta, perché il rischio di cadere in quel campanilismo che tanto caratterizza le piccole comunità friulane, e che allo stesso tempo ne impedisce la crescita, è sempre dietro l’angolo.
Una realtà cittadina come la nostra deve quindi pensare in grande, deve riuscire a mettere insieme i tanti piccoli aggregati che la compongono, fare sistema per potersi presentare al pubblico come una valida occasione di intrattenimento.

Una città ricca di appuntamenti è inoltre una città in cui lo stare assieme diventa un valore fondamentale, in cui non si ricorre a sterili alternative per colmare la noia, in cui ognuno può esprimersi per quelle che sono le sue passioni, in cui la città è vissuta davvero.

Il prossimo 20 giugno celebreremo il nostro primo compleanno e questa piccola (e già sentita) querelle ci ricorda bene il motivo vero per cui siamo nati, che va al di là degli articoli che scriviamo, dei post sui social network e degli eventi a cui partecipiamo. Ci siamo messi in testa che questo territorio abbia del grosso potenziale, e che la frase troppo spesso ripetuta da tutti (“a Pordenone non c’è niente”) sia solo un immeritato pregiudizio.

A Pordenone c’è molto, ma potrebbe esserci molto di più se lo vogliamo. La domanda che vogliamo porre alle istituzioni, ai commercianti, ai comitati vari e a tutti i cittadini è questa: quale città abbiamo in mente per i prossimi, dieci, vent’anni?
Noi la immaginiamo viva, culturalmente attiva, musicalmente attrattiva. Nulla di impossibile, per molti versi è già una realtà. Il report dell’Università Bocconi riguardante Pordenonelegge ha dimostrato come cambi completamente la percezione della città da parte dei pordenonesi durante il festival.

Facile, dirà qualcuno, quando si hanno manifestazioni di quelle dimensioni. Verissimo, ma un fiore all’occhiello non si costruisce in un anno: serve il coraggio di provare a dare un’impronta diversa a questo territorio. Questo coraggio passa anche attraverso scelte come quella di derogare a un regolamento comunale.
Non basta però. Se vogliamo una città diversa non ci si può rassegnare al fatto che qualcuno dall’alto crei ciò che oggi manca.
Una visione la può portare anche un piccolo gruppo, ma solo una comunità riesce a costruire qualcosa.

(Foto: Michela Zin – Pordenonelegge.it)

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