Dieci anni fa, il 28 maggio 2005, veniva inaugurato finalmente dopo tre anni di lavori il Teatro Verdi di Pordenone, rinato dalle ceneri del vecchio teatro, a sua volta chiuso nel “lontano” 1999. Ad aprire le danze, allora, fu il concerto del maestro Lorin Maazel, che diresse di fronte alla sala piena la filarmonica Arturo Toscanini.
Tornando al presente, al teatro non resta che festeggiare il suo decimo compleanno con un’altra esibizione di musica classica: il 25 maggio, alle ore 20.45, Daniele Rustioni, vincitore del Best Newcomer of the Year 2013 nonché fresco di nomina a direttore principale de l’Opéra National de Lyon, nell’ultimo appuntamento della stagione dirigerà l’Orchestra da camera di Mantova, che si esibirà in musiche di Čajkovskij, come il noto Concerto per violino e orchestra in Re maggiore e di Georges Bizet, più giovane compositore francese, noto per la sua opera maggiore, l’opéra-comique Carmen. Sul palco sarà presente anche la giovane promessa del violino Francesca Dego, che a soli 26 anni non solo è già considerata una delle migliori interpreti italiane di oggi, ma che ha già collaborato con orchestre e filarmoniche provenienti da tutta Italia e da diverse parti del mondo.
L’obiettivo che la coppia si pone, attraverso una preparata orchestra ed un’intelligente programmazione, è quello di mettere a confronto i due diversi mondi di Čajkovskij e di Bizet, per poi fonderli superando le barriere di spazio e tempo in modo che il risultato sia tanto raffinato quanto particolare.
Tuttavia la celebrazione del compleanno del Teatro Verdi non si ferma alla musica. Infatti, la mattina del giorno prima, domenica 24 maggio, il teatro aprirà le sue porte ai pordenonesi per portarli ad approfondire la conoscenza del teatro, mediante una serie di visite guidate. Una mattinata, quindi, che permetterà di scoprire di più sulla struttura, sulla storia, sulle persone che ci sono dietro il teatro diventato l’icona della cultura di Pordenone.

Nasce il 21 marzo 1997, a Udine. Frequenta il quarto anno del, suo malgrado, liceo classico, e nutre una grande passione per la letteratura, frutto di un’infanzia passata affianco ai libri, per i motori, per la musica ma soprattutto per il cinema, arte a cui sogna di dedicarsi a tempo pieno in futuro, come regista e sceneggiatore. Disordinato e insicuro ai limiti dell’inaffidabilità, scrive perché è convinto che quest’attività lo aiuti a capire meglio sé stesso e tutto ciò che lo circonda. Non ha alcun motto o frase ricorrente, ma pensa solo a fare del suo meglio con quello che ha.”