Un incontro tra narrazione di storia giudiziaria italiana e fiction è quello che ha avuto luogo ieri sotto la guida Sergia Adamo con Carlo Mastelloni a Grado Giallo. L’attuale procuratore di Trieste, che ha al suo attivo anche due romanzi, ha parlato liberamente della sua attività professionale, offrendo pillole di narrazione della storia giudiziaria e politica della nostra Repubblica.

Carlo Mastelloni si è occupato di stragismo e terrorismo in Italia. Dice subito che è bene l’apertura degli archivi che ha imposto la riforma Renzi, ma dice anche che non comprenderemo molto fino a quando non verranno aperti anche gli archivi americani e sovietici, e che dunque molti dei casi irrisolti o solo parzialmente risolti del nostro paese resteranno tali finché non se non potrà avere accesso. Offre alcuni esempi concreti: la strage di Piazza Fontana, l’Italicus, la strage di Bologna, Gladio.

Un fatto interessante e problematico è che in Italia esiste un mare magnum di servizi segreti: i tre delle forze armate, quello militare, quello civile e anche vari servizi paraprivati che hanno fatto capo a vari politici della Repubblica. Una delle maggiori difficoltà che un magistrato come si è trovato ad affrontare nelle sue indagini è stata quella del rapporto con i – spesso pochi – testimoni dei fatti criminosi legati allo stragismo. Non si arriva mai alla fotografia dell’evento, purtroppo. La difficoltà nella ricostruzione di eventi che hanno avuto luogo durante la Guerra Fredda è anche più grande, perché si intrecciano anche segreti militari.

Nonostante ammetta di aver ottenuto risultati anche importanti nella sua carriera di magistrato afferma fermamente che non bisogna mai credere che una verità sia isolata, ma che sono sempre legate tra loro, ed è questa la massima che forse si può trarre dall’incontro con il procuratore, che ancora una volta la realtà, come direbbe Gaddae uno gnommero ben aggrovigliato.

 

 

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