In Italia, la cultura scientifica spesso è relegata ad un ruolo di secondo piano. Le classifiche internazionali segnalano la presenza nei nostri connazionali di lacune riguardanti i più basilari concetti di matematica e fisica. Se questo è in larga parte dovuto a una scuola pubblica non sempre all’altezza, la scarsa considerazione del sapere scientifico è invece probabilmente un retaggio dell’impostazione gentiliana che hanno avuto per anni le nostre scuole superiori.
Questa tendenza la si rileva anche nella società: è opinione comune infatti che sbagliare un congiuntivo o l’ortografia sia un atto imperdonabile, mentre non conoscere una legge fisica o non saper fare le divisioni a mente sono peccati veniali e giustificabili. E chi scrive è cosciente di essere tra questi peccatori.

Proprio a questo tipo di pubblico tuttavia si rivolge Carlo Rovelli. Il suo libro “Sette brevi lezioni di fisica” è infatti una raccolta di articoli che spiegano i pilastri della fisica moderna proprio a chi dalla fisica non è mai stato neanche lontanamente attratto.
Rovelli, che è un fisico teorico tra i più importanti, spiega infatti che il suo intento è far comprendere come la fisica, e più in generale il sapere scientifico, siano “parte integrante e vitale della cultura”.

Le sue brevi lezioni colpiscono per la chiarezza e la semplicità con cui spiegano quelli che a prima vista ci appaiono come concetti incredibilmente complessi: la teoria della relatività, i quanti, l’universo in espansione ecc. Inoltre la spiegazione avviene in maniera quasi narrativa, raccontando aneddoti sui protagonisti principali di queste scoperte.
Leggendolo, si scopre il genio di Einstein ma anche i lati più umani e divertenti di lui e di altri grandi fisici a cui dobbiamo non solo le scoperte più recenti, ma anche le invenzioni tecnologiche che oggi caratterizzano il nostro stile di vita.

Per tutti questi motivi Rovelli inserisce delle preziose parti di riflessione all’interno del libro. La fisica non è un esercizio di matematica applicata, bensì uno strumento per rispondere alle stesse domande a cui anche i filosofi tentano di rispondere: “chi siamo?”, “che cos’è il mondo che ci circonda?”.
L’errore che si fa spesso è considerare queste domande appannaggio di pochi, quando invece non c’è nulla di più umano della curiosità e queste sette lezioni sono un buon modo per soddisfarla.

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