Inusuale e provocatorio il tema affrontato lo scorso venerdì 17 ottobre durante una conferenza di Scienzartambiente. Ospite della serata Andrea Pinotti, docente di estetica presso l’università di Milano, il quale ha deciso di portare a Pordenone un argomento che a primo impatto può sembrare aver poco da dire, mentre in realtà offre numerosi spunti per l’analisi della storia umana: l’attrazione nei confronti del piede femminile. Pinotti inizia mostrando un paio di siti internet incentrati esclusivamente sul piede della donna, i cui utenti sono estremamente incantati da questa parte anatomica, non solo dal punto di vista meramente sessuale: alcuni arrivano persino a considerarlo in modo “platonico”, dedicando odi e brevi componimenti in suo onore.

La domanda che viene da farsi a questo punto è se questo feticismo sia qualcosa che riguardi solo il suburbano, una cerchia seminascosta nei meandri della rete, o se invece coinvolga una fetta più ampia di mondo. Pinotti cerca di rispondere a questi dubbi, mostrandoci come effettivamente l’arte, sin dall’antichità, abbia mostrato queste attenzioni per il piede, con particolare attenzione all’alluce; questo intento può essere voluto o meno –  potrebbe trattarsi di semplice manierismo che spinge l’autore a rifarsi ad altre opere, o un’effettiva passione per il piede. Si parla anche de La Gradiva di Wilhelm Jensen (1903) , nel quale uno studioso si innamora perdutamente di un bassorilievo raffigurante una donna scalza che cammina. Proprio quest’incedere viene descritto dal protagonista con minuziosità che potremmo definire morbosa. Freud analizzerà il racconto nelle sue analisi del fenomeno feticista.

Il titolo della conferenza, Le Donne Fatali e i loro piedi. Da Aby Warburg a Quentin Tarantino, fa subito presagire almeno due degli artisti che verranno analizzati nel corso dell’evento. Di Warburg , storico e critico d’arte, vengono riportati i suoi scritti che pongono fulcro di tutto, ancora una volta, il piede. Il cineasta Quentin Tarantino chiude la serata, citando il celeberrimo Pulp Fiction (1994), dove non è un mistero che di Mia Wallace, interpretata dalla musa Uma Thurman, vengano più volte ritratti i piedi. Un argomento affascinante, misterioso e pungente come quello del feticismo viene quindi privato della sua componente più proibitiva e scabrosa, per venire analizzato con occhio preciso e di stampo filosofico. Per comprendere che l’attenzione per il piede femminile è cosa insita in molti degli uomini, e non per forza deve essere un tabù.

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