Il lascito di un conflitto è semplice da calcolare, per numeri: 16 milioni di morti durante la Prima Guerra Mondiale; più di 70 per la Seconda. Ma come quantificare il valore culturale – prima, molto prima che economico – della dissoluzione dei rapporti tra individui di nazioni in guerra? Durante i primi due decenni del secolo scorso esisteva una cultura profondamente condivisa tra le popolazioni dell’Europa centro-orientale. Un cultura che trovava espressione in tutti i campi del sapere, delle arti; in un modo pragmatico ma non ottuso, romantico ma non nostalgico. E’ dunque questo lo spirito di MittelFest, il festival incentrato sulla rinascita di un’identità mitteleuropea che si tiene, ormai da 25 anni, a Cividale: quello di riannodare le fibre sfilacciate di una corda antica.

L’edizione di quest’anno, dedicata al tema Il colore dell’acqua, annuncia un trittico – che si concluderà con l’edizione 2017 – dedicato a acqua, aria e terra. Lo scopo è quello di foraggiare la discussione, mai così attuale, della tutela di uno dei più ricchi territori dell’intero continente: il nostro Friuli. La rassegna sarà arricchita, oltre alle interviste di rito, da produzioni teatrali, concerti, performance dal vivo, storytelling, proiezioni. Il programma completo è visualizzabile nel sito di Mittelfest, a questo indirizzo.

In anticipazione al via della rassegna, da domani e fino al 31 luglio sarà allestita – nella sala espositiva del primo piano dell’aeroporto di Ronchi (dei Legionari) – la mostra Scenalogie con alcuni scatti delle edizioni precedenti, ad opera di Luca d’Agostino. Si tratta di scatti fortemente dinamici e riconoscibili, da cui traspare una forte ricerca dei contrasti, scuri ma mai oscuri.

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