Scandalo è qualcosa che va al di fuori degli schemi,  qualcosa che anche solo per un attimo sfugge ai dettami che il mondo impone al proprio personaggio, a volte una critica involontaria all’ipocrisia e alla chiusura mentale della società. Oppure un fardello lasciatoci da altri, di cui dobbiamo controvoglia prenderci cura senza poter esternare i nostri veri sentimenti. Tradurre il titolo di un’opera non è mai facile, perché spesso il significato profondo della parola originale non può essere reso da una traduzione letterale.

In tedesco das Vermächtnis significa lascito, eredità. Ma anche dono o regalo. Tuttavia nel momento in cui si prende in mano il testo di Schnitzler si capisce che il vero motore della trama non è il lascito in sé, bensì le deplorevoli conseguenze che esso comporta. Lo Scandalo del grande scrittore austriaco non poteva scegliere un momento migliore per debuttare nei teatri italiani e al Nuovo Giovanni da Udine, dove farà tappa dal 3 al 5 dicembre, in un periodo in cui la paura per l’ “altro”, il diverso sembra aver toccato i suoi massimi storici.

Siamo nella Vienna di fine Ottocento, dove si consuma l’amore tra  Hugo, rampollo aristocratico, e Toni, ragazza di basso rango sociale. Una relazione clandestina che sconvolge tutti gli schemi della moralizzante e stantia società viennese e da cui nasce anche il piccolo Franz, ma che viene tenuta all’oscuro della famiglia di lui. Fino al momento in cui Hugo muore in un incidente, implorando alla sua famiglia di accogliere il figlio e l’amata. La situazione pare volgere per il meglio, visto che ragazza e fanciullo sembrano benvoluti da tutti. È però soltanto un’impressione: a poco a poco tutti gli amici iniziano a disertare la casa e sempre di più, anche da chi non lo manifesta apertamente, emergono segnali di disprezzo e imbarazzo per la presenza di una “sconosciuta”(che per lo più riceve sostegno dai soli personaggi femminili). Solo la prospettiva di un ulteriore scandalo pare mantenere un fragile equilibrio, destinato tuttavia a spezzarsi con la tragica morte di Franz. Progressivamente isolata e sempre più considerata un’estranea, Toni non riesce più a trovare una ragione per evitare l’abbandono. Un abbandono che si rivelerà drammatico.

Nel suo attacco alla società di fine Ottocento Schnitzler risulta spietato, implacabile, terribilmente veritiero. Identificandosi con il personaggio della cognata del padrone di casa priva il mondo della nobiltà viennese del suo falso strato di moralità e rispetto dei valori; smascherandone i vizi, le violenze e le nefandezze che la fanno da padrone. Al regista Franco Però e al cast, tra cui spiccano i nomi di Stefania RoccaFranco Castellano, il non facile compito di ricreare in scena la stessa lucida e leggera crudeltà con cui l’autore riesce a trascinare il lettore in quello che alla fine si rivelerà un vero e proprio atto criminoso.

Photo by: Gallery Teatro Nuovo Giovanni da Udine

 

 

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