Avere la possibilità di conoscere Suor Rosemary Nyirumbe e la sua vicenda è un’esperienza unica che Pordenonelegge ha offerto a molti durante la sua ultima edizione.  La sua storia si inserisce all’interno del contesto nella guerra in Uganda che infuriò tra la fine degli anni anni ’90 e l’inizio degli anni ’00.

La missione che si è scelta è chiara: cercare di recuperare i bambini e le bambine usati come bambini-soldato attraverso il cucito. Bambini e bambine, avete letto bene: spesso, infatti, ci si scorda che anche le bambine possono essere usate come bambine-soldatesse. Addestrate anche loro come soldatesse, nel contrasto della guerra in Uganda risultavano ancora più preziose perché potevano essere usate come schiave sessuali, premio per comandanti ribelli nell’esercito di Kony.

Ma perché ha iniziato a fare quello che ora fa? Su questo è abbastanza chiara: è arrivata nella scuola per ragazze Santa Monica, dove tutt’ora svolge il suo sevizio, in obbedienza ai suoi superiori. In questa scuola si insegnava sartoria per ragazze e lei, appena uscita dall’università, né sapeva molto di cucito né, almeno inizialmente, sapeva se effettivamente in quella scuola c’erano ragazze che erano state soldatesse.

Negli anni Suor Rosemary ha imparato a conoscere il cucito e le sue ragazze, con tutto il loro passato. Le loro storie sono molte e spesso atroci: le loro vite sono state ridotte in pezzi e le borse, che ora le ragazze a scuola producono, sono una metafora, perché cucire una borsa vuol dire mettere a posto pezzi, e anche le ragazze hanno bisogno di mettere a posto i pezzi della loro vita. Queste borse vengono prodotte con le linguette delle lattine: un lavoro certosino, in cui si trasformano scarti in oggetti belli e di qualità.

Rosemary a Pordenonelegge ha presentato un libro che racconta la realtà del contesto in cui opera, dal titolo Cucire la speranza. L’obiettivo è di ampliare la conoscenza generale riguardante la guerra in Uganda e le sue conseguenze: secondo lei è importante, infatti, che tutti siano consapevoli di cosa accade nel mondo, nel nostro tempo, perché le cose che accadono, per esempio, in Africa possono accadere ovunque. Questo non è, tuttavia, un libro buio, perché parte dal dolore per arrivare alla speranza.

Ciò che colpisce di Suor Rosemary è quanto, nonostante le terribili storie che può raccontare, sia una persona estremamente solare e sempre felice, con uno spiccatissimo senso dell’ironia. La sua felicità e la sua gioia di vivere sono contagiose e lei sostiene che queste caratteristiche appartengono anche alle sue ragazze, che lo recuperano attraverso il lavoro non attraverso l’assistenza fine a sé stessa: «il lavoro genera dignità: mendicare non è una soluzione. Io combatto contro il mendicare. Quando si compra una borsa fatta dalle mie ragazze voi pagate il loro amore, la loro dedizione, la loro fatica».

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