Lunedì 27 ottobre si è svolto il primo di sei appuntamenti dedicati al pianoforte organizzati dal Teatro Comunale Giuseppe Verdi di Pordenone. La rassegna, chiamata “Variazione pianistica“, ha visto come primo ospite il pianista iraniano Ramin Bahrami.

La serata è stata introdotta da Piero Rattalino, uno dei più grandi critici musicali italiani e studioso della storia del pianoforte. Rattalino ha guidato il pubblico attraverso la musica barocca, la vita di Johann Sebastian Bach fino ad arrivare all’aria eseguita da Bahrami: le Variazioni di Goldberg.

Composte da Bach tra il 1741 e il 1745 a Lipsia, gli furono commissionate dal Conte  Hermann von Keyserling. Johann Nikolaus Forkel, primo biografo di Bach, racconta che il nome dell’opera deriva dal clavicembalista di Keyserling, incaricato di suonarle per alleviare i problemi di insonnia del Conte. Rattalino tuttavia nota come l’aneddoto sia privo di fondamento storico. Ciononostante le Variazioni di Goldberg rappresentano uno straordinario esempio di grandezza.

Sono esercizi ma sono pieni di virtuosismo e abbellimenti tipici del modo barocco, che Bahrami sa molto bene come interpretare.
Hanno un’incredibile architettura: l’aria si può dividere in dieci parti di tre variazioni di cui l’ultima è un canone oppure in due parti di quindici variazioni, aperte e chiuse dalla stessa aria. La struttura rigorosamente geometrica è indicativa di una notevole capacità di calcolo combinatorio. Lo si nota soprattutto nei canoni, dove le note si incastrano perfettamente evitando sgradevoli contrappunti. Splendido esempio della massima di Leibniz: “La musica è il piacere che la mente umana prova quando conta senza essere conscia di contare“.

Bahrami sembra governare con sicurezza disarmante la tastiera, facendo uscire una corposa miscela di sentimenti. Le variazioni provocano diverse sensazioni: dall’inquietudine alla gioia angelica passando per una spensieratezza e un calore rassicuranti. Il piacere nell’ascoltarlo porta alla mente una serie di immagini, che trascendono la divina ammirazione per la musica. Sono immagini quotidiane che elaboriamo partendo da ciò che ascoltiamo. Come ha suggerito Rattalino, non solo ammirare ma rendere veramente nostra la musica.

Bahrami ha infine voluto concedere due bis al pubblico: la Marcia Persiana di Strauss e l’Aria sulla Quarta Corda di Bach, in onore dello scomparso Maestro Claudio Abbado.

 

 

(Foto: Teatro Verdi Pordenone)

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