Nel museo di Reina Sofía, a Madrid, è esposto un vecchio cortometraggio di Buster Keaton. Il filmato è “One Week”, uscito nel 1920. Per chi conosce il filmato, si ricorderà della casa che gira su sé stessa, in balia del temporale. Intanto i personaggi vengono scagliati fuori e poi ritornano nella casa roteante.

Keaton salta, corre, cade e vola. E non si fa mai male. È lo stunt-man di sé stesso.

Non ci sono fili. Pochi trucchi e tanta bravura.

Il tutto è accompagnato da un’intelligente ironia, che può far ridere pure oggi.

Le situazioni create dall’attore sono spesso surreali, esagerate. Ma Buster Keaton è pure un grandissimo mimo. Grazie a questo ci sembra di vivere le scene, di non sentirle fuori dal loro contesto. E forse è proprio questo il segreto di uno dei più famosi esponenti del cinema muto: la capacità di dare vita all’irreale in un mondo dove il computer, le contro figure e gli effetti speciali non esistevano.

Keaton è lo sperimentatore, il comico, l’acrobata, quello che lascia sulla bocca degli spettatori un sorpreso “Ma come ha fatto?” (e pure uno spettatore moderno non mancherà di farsi sfuggire un po’ di stupore).

I suoi maggiori film sono girati nel periodo tra il 1915 e 1928, nel quale il cinema muto Hollywoodiano era al suo apice, e rappresentano l’esempio più famoso del cinema basato sui giochi visivi. Ma Keaton non si ferma qua. Capovolge la realtà, ma rimanendo impassibile di fronte alla su mutevolezza. Anzi, i suoi personaggi sono spesso malinconici, tristi. Quasi a voler dare un senso tragicomico alle scene.

Nella sua carriera gira e interpreta più di 100 pellicole tra cortometraggi e lungometraggi, contanti anche diverse collaborazioni con Roscoe Arbuckle. Approdò persino nel sonoro, anche se è proprio qui che la sua carriera inizierà il suo declino.

Durante le giornate del cinema muto sarà possibile vedere il suo cortometraggio “The Boat”, con l’accompagnamento musicale dell’orchestra della scuola media “Leonardo Da Vinci”, domenica 5 ottobre alle 16.00.

Perché essere difficili quando con un minimo sforzo potete diventare impossibili?

(foto: www.doctormacro.com)

 

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