Pochi giorni fa il telescopio Hubble ha compiuto 25 anni. E ancora oggi mantiene la promessa che è scritta, come un motto, sul sito della NASA dedicato al telescopio, che dice “Oltre l’ordinario… Oltre questo mondo“.
Quando venne lanciato per prima volta in uno degli ultimi strati dell’atmosfera terrestre, però, nessuno avrebbe mai creduto che questa promessa sarebbe stata mantenuta. Non da Hubble per lo meno.
Infatti, dopo il lancio del 24 aprile 1990, si scoprì non solo che lo specchio principale, al tempo riconosciuto come l’oggetto più grande che l’uomo aveva mai lanciato nello spazio, era della forma sbagliata, ma anche che l’apertura del portello anteriore, creato per far entrare la radiazione del cosmo, lo destabilizzava tanto da farlo tremare tutto.
Il telescopio frutto di una collaborazione tra la NASA e l’ESA (l’Agenzia Spaziale Europea) costato un miliardo e mezzo di dollari rischiava di diventare un fiasco totale.
Ma non fu così.
Cinque missioni spaziale riuscirono a riparare i componenti danneggiati, permettendo allo strumento di regalarci le straordinarie immagini che conosciamo oggi.
Hubble permise agli scienziati di vedere il cosmo come mai era stato possibile vederlo prima: senza inquinamento luminoso e il filtro dell’atmosfera terrestre.
Questo ha portato alla scoperta di nuove galassie, e alla conferma di numerose teorie, come il fatto che esistano altri pianeti che ruotano attorno a stelle diverse dal Sole.
L’occhio perfetto di Hubble ci ha permesso di conoscere il nostro passato più nascosto, catturando le immagini di stelle come apparivano 13 miliardi di anni fa, cioè quando l’universo aveva appena iniziato a svilupparsi.
Hubble con le sue fotografie ci ha un po’ ridimensionati, dandoci un nuovo luogo da chiamare casa. Non che la Terra sia cambiata, ma è cambiato il nostro modo di vederla: forse è un po’ più piccola di quello che pensavamo, e forse anche meno importante, in confronto a il resto dell’universo, di quello che credevamo, ma non per questa meno bella. Forse, senza Hubble, oggi non sapremmo quanto piccolo è il nostro pianeta e, allo stesso tempo, quanto è fragile e prezioso.
Nel 2018 verrà sostituito con il Telescopio Spaziale James Webb (JWST).
Qui sotto appare una delle immagini più celebri di Hubble, quella della galassia NGC 1300
Giacomo Netto, nato il 10 agosto 1996. Frequenta il primo anno di Scienze Internazionali e Diplomatiche a Gorizia. Ha una grande passione per la lettura, la musica, la montagna, la vela e in particolare la fotografia. La sua maggiore caratteristica è l’inquietudine: cerca di trovare sempre un perché alle cose, meravigliandosi tanto davanti a uno spettacolo forte della natura, quanto al dettaglio apparentemente insignificante.