Il 21 marzo non è solo il primo giorno di primavera. E’ il risveglio della giustizia. 350 mila persone hanno invaso le piazze di tutta Italia nel nome di Libera. L’associazione fondata da don Luigi Ciotti organizza ogni anno una giornata dedicata al ricordo delle circa 900 vittime delle mafie: “Ponti di memoria, luoghi d’impegno”, il titolo dell’evento.

Anche Udine ha risposto all’appello: dalla Loggia del Lionello ragazzi delle superiori e universitari si sono alternati nella lettura pubblica del lunghissimo elenco dei morti per mafia. Anche le autorità hanno dato il loro contributo: in primis il sindaco Furio Honsell, seguito dall’assessore alla cultura Federico Pirone. Alla cerimonia era presente anche don Pierluigi Di Piazza, fondatore del Centro di Accoglienza Ernesto Balducci di Zugliano, che ha ricordato le parole di Paolo Borsellino all’indomani della strage di Capaci: solo l’amore poteva muovere Falcone a donare se stesso per la giustizia. Ancor più vera la testimonianza di Alessandra Pomella, quinta superiore, referente del presidio “Cosimo Cristina”, che ha sottolineato l’importanza di dar pari dignità a tutte le vittime, a tutti i martiri della giustizia. Perché non esistono vittime di serie B. A seguire la lettura pubblica, il concerto dei Cinque Uomini sulla Cassa del Morto. Perché fare antimafia significa questo, ricordare e creare bellezza, creare cultura. Sconfiggere con gioia il buio del male.

Udine ha aderito con slancio all’impegno di Libera. Negli ultimi anni sono nati ben cinque presidi: giovani studenti, universitari, insegnanti, semplici cittadini, tutti accomunati dal sogno possibile di un paese libero dall’ingiustizia. Come? Attraverso incontri nelle scuole, sostegno ai familiari, cooperazione con i giovani di Scampia, eventi nel territorio. Il 26 Aprile un’altra grande iniziativa coinvolgerà la nostra città: il presidio dei giovani delle superiori porterà in scena lo spettacolo “Amara terra mia”. Non si può restare indifferente di fronte all’impegno di questi ragazzi, certi che «il nostro paese ha bisogno di ponti che allargano le coscienze e traghettano le speranze».

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