Una tenda, alcuni bancali di legno usati come divanetti e qualche racconto. Sono stati questi gli ingredienti di Parole in viaggio… sul fiume, una particolare “fermata dell’autobus” lungo il Noncello, nei pressi del ponte di Adamo ed Eva.
Questo incontro è stato promosso da Polaris, Amici del libro parlato, una Onlus di San Vito al Tagliamento che dal 2013 si occupa di rendere accessibile la lettura a persone affette da disabilità visiva, disturbi specifici di apprendimento, anziani e, in generale, a coloro che non riescono a leggere autonomamente o in modo tradizionale.
I volontari di questa associazione, chiamati significativamente “donatori di voce“, leggono ad alta voce nelle scuole, negli asili nido, nelle case di riposo e nei centri diurni per anziani e promuovono le attività che mirano a rendere accessibile la lettura in ogni sua forma.
Nel corso dell’incontro sono stati raccontati alcuni brani di libri, in particolare Claudio Moretti, attore teatrale e presentatore televisivo, ha letto parti di Appia di Paolo Lumiz, Passaggio in Sicilia di Massimo Onofri e I piedi sul Friuli di Paolo Daltin. Daniele Venier, invece, ha proposto un capitolo di Cercando Venezia di Paolo Ganz, e di Confini blu di Emilio Rigatti, mentre Sara Furlan ha raccontato estratti di Il libraio di Selinunte di Roberto Vecchioni e di Come viaggiare con un salmone di Umberto Eco.
Mentre Claudio Moretti, Daniele Venier e Sara Furlan ci portavano lontano nel tempo e nello spazio, attorno a noi qualche passante ha rallentato il suo passo, incuriosito dalla voce e dalle narrazioni. Sembra essere proprio questo il senso della particolare “fermata dell’autobus” di questa mattina: prendersi una pausa, fermarsi, lasciarsi raccontare una storia e poi immergersi nuovamente nella bellissima frenesia di pordenonelegge.
Nata a Pordenone nel 1993, mi sono laureata in Storia a Ca’ Foscari (Venezia), dove sto proseguendo gli studi in Storia Contemporanea. Tra i fasti della Serenissima ho scoperto la passione per le zone industriali e ora mi sto specializzando in storia del lavoro e dell’impresa. Guido cantando – solo quando sono sola, perché mi vergogno – e non esco mai senza un romanzo e un registratore con batterie di riserva: convinta che le storie si nascondano ovunque, non voglio essere impreparata quando ne scovo una.