Il teatro verdi, gremito di persone di ogni nazionalità, ha accolto ieri la serata d’apertura delle Giornate del Cinema Muto. L‘attesa per il primo evento del festival, che ha conservato tutta la sua magia, si univa ad una bellissima atmosfera di internazionalità e al contempo di familiarità. Non a caso il presentatore ha esordito con “Benvenuti alle Giornate, benvenuti a casa!”, ricordando poi il valore del festival che ospita e mantiene vivo il cinema muto.

Siamo a New York in una sera di febbraio del 1927, comodamente seduti sulla poltrona del cinematografo di West of Broadway, col nostro programma in tasca o ancora tra le dita (per ricostruire al meglio quella sera, a tutti gli spettatori è stato distribuito un facsimile) .
Fremiamo di vedere la seconda opera prodotta dalla Warner Bros con le musiche sincronizzate per mezzo del metodo di registrazione Vitaphone: When a man loves, pellicola tratta dal romanzo di Abbè Prévost Manon Lescaut e diretta da Alan Crosland.

Il film è stato introdotto dai primissimi esperimenti audiovisivi realizzati dalla Vitaphone, che hanno portato sullo schermo la lirica del Rigoletto. Infine è stata la musica della partitura composta da Herny Hadley a dominare la sala, lasciandoci tutti con il fiato sospeso, come fossimo realmente alla prima storica di quello spettacolo.

Un’avvincente fuga d’amore, una sequenza di imprevisti e colpi di scena compongono questo mosaico melodrammatico, dai toni a tratti colmi di pathos e a tratti burleschi. L’eco tuttavia di un’ironia pungente è sempre presente nei volti dei personaggi, nelle incredibili situazioni in cui vengono catapultati e nelle svolte narrative repentine. E’ un film in cui le emozioni e il riso sono comunicate non attraverso le parole, ma attraverso l’espressività e una mimica ipnotica, attraverso la composizione scenica e le immagini, attraverso dunque un linguaggio che rimarrà sempre universale.

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