Buona risposta del pubblico alla proiezione di cortometraggi presentata alle Giornate del Cinema Muto ieri pomeriggio. Lo spettacolo constava di dieci corti, di varie nazionalità, provenienti dalla collezione Desmet di Amsterdam. Il tema comune, che dà il titolo alla rassegna, è quello dell’automobile in tutte le sue sfaccettature. Da sottolineare la presenza di alcune sequenze colorate, dal giallo al violetto, grazie a una particolare tecnica di restauro del colore.
Il pubblico in sala, già con il corto d’apertura Les Débuts d’un Chauffeur (1906) che narra i rocamboleschi disastri di un guidatore maldestro, si è mostrato coinvolto e intrattenuto. La leggerezza e freschezza dei toni hanno infatti divertito persone di ogni fascia d’età, che fortunatamente non escludeva giovani e bambini. Le risate si sono protratte per tutta la durata dello spettacolo e, quando non rideva apertamente, si poteva scorgere un sincero sorriso nei volti della gente. Ciò grazie alla simpatia espressa dalle trame: dal filone del puro slapstick fatto di inseguimenti e buffi incidenti, si passa a quello della rappresentazione di lunghe passeggiate all’aria aperta, per giungere infine a quello legato a trame più costruite e complesse come nel caso di Léonce Flirte (1913) .
L’unico elemento che ritorna all’interno di tutte queste storie è appunto l’automobile, tema evidentemente caro in quegli anni, poiché realtà innovativa e fenomeno di costume. La macchina assume più connotati all’interno dei vari episodi: da un lato, essa è figura quasi di contorno, punto di partenza per lanciare una storia; dall’altro, arriva a svolgere il ruolo di assoluta protagonista di un’epoca e simbolo di radicale cambiamento nella società novecentesca.
Nato a Pordenone il 14 novembre 1994, da padre friulano e madre ecuadoriana. Appassionato da sempre di cinema e serie televisive, nutre anche una profonda passione per il fumetto. Frequenta infatti la Scuola Internazionale di Comics di Padova, per seguire il suo sogno di diventare fumettista. Il suo obiettivo: immergersi nella cultura e crearne di nuova, grazie a qualsiasi mezzo che riesca a smuovere le persone.