L’arte della sconfitta è la seconda opera del giovane poeta Luca Mozzachiodi. Originario di Sarzana, in Liguria, ha studiato presso il Collegio Superiore di Bologna. Poeta dalla cultura sterminata, ha scelto la forma del poema come suo cavallo di battaglia poetico.
I suoi temi, sia nella sua prima opera, Le strade di Gerico, sono quelli dell’uguaglianza, della lotta dei e per i più deboli per una società migliore, e in questo senso dell’idea marxista; l’attenzione alla tradizione religiosa giudaico-cristiana; una lucida analisi della storia che diventa una riflessione sul suo spirito; l’indagine sul ruolo della poesia nel presente.
Secondo il poeta «viviamo in un tempo di sconfitta», e L’arte della sconfitta è un viaggio per un’Europa – e per un mondo, in realtà – segnata da sconfitte. Secondo il Mozzachiodi il progresso – cioè il processo di sempre maggior liberazione di un sempre maggior numero di uomini dalle forme dell’oppressione, in senso marxista -, e i momenti della storia che hanno tentato di portare l’umanità verso un sempre maggior progresso, vivono un pesante momento di sconfitta.
La nostra generazione avrebbe disimparato a riconoscere molte forme di oppressione che le rivoluzioni – da quella francese in avanti – avrebbero, idealmente, voluto eliminare. Per questo motivo questo poema, attraversando i luoghi del progresso e le loro storie di sconfitta, vuole rappresentare un’indagine sul nostro tempo, e quest’indagine vuole, analizzandone alcuni momenti salienti, aiutare chi legge a capire, appunto, il nostro presente risultato di queste sconfitte.
La forma poematica è essenziale per il Mozzachiodi, che la sceglie, contrariamente alle mode poetiche, per offrire una narrazione inedita, in un certo senso classicheggiante, quasi didascalica: i poemi del Mozzachiodi sono, per certi versi, trattati di storia, di filosofia e di filosofia della storia in versi; la poesia del Mozzachiodi vuole essere una poesia che non lascia indifferenti, che colpisce, che serve al presente e alla sua compensione; vuole essere una poesia che fa riflettere. Perché, come dice il poeta, che ho l’onore di chiamare amico:
Sono le cose a salvarci
nel mondo che non muta il suo disegno,
a volte una tazza in cucina,
il calendario che schiocca per il vento
o una nuvola col suo lento
andare che ti rompe il pensiero
già sul perdersi.
A volte ci sono rinforzi
dispersi da aspettare.
L’arte della sconfitta, aiutandoci a capire il presente, forse vuole essere una di queste cose.
Nato negli USA, da sempre vivo in Friuli. Laureato in Lettere Classiche, sono laureato in Filologia Classica presso il Collegio Superiore dell’Università di Bologna e in Studi Interdisciplinari Europei al Collegio d’Europa, campus di Natolin. Fieramente europeo, le mie giornate son in perpetua oscillazione tra Omero e il Manifesto di Ventotene. Opero giorno per giorno per costruire una nazione, un continente, una comunità che riconoscano il valore della cultura e che in essa si riconoscano.