Stando a un articolo di Internazionale (numero 1090), cinque ragazzi, tra i 15 e 17 anni, sono stati accusati di aver profanato 250 tombe in un cimitero ebraico dell’Alsazia il 15 febbraio 2015.

Ma queste sono solo le ultime notizie.

Già nel 2014, citando un articolo di Jim Yardley, uscito nel New York Times ancora l’anno passato, durante alcuni cortei per la Palestina, tenutisi in Belgio, Francia e Germania, si sentivano grida dei manifestanti che dicevano “Morte agli ebrei” o ancora peggio “Gli ebrei alle camere a gas“.

A maggio dello stesso anno 4 persone sono state uccise a colpi di arma da fuoco davanti a un cimitero ebraico di Bruxelles. Atti simili sono avvenuti anche in Germania, Parigi e Gaza.

Sembra proprio che “il vecchio demone dell’Europa abbia rialzato la testa“, per citare le parole Yardley.

Ma come è possibile che la lotta all’antisemitismo tentata dopo la fine della seconda guerra mondiale, svanisca, proprio nel momento in cui si dava per assodato che tolleranza e accettazione fossero le due caratteristiche principali dell’occidente moderno?

La causa va ricercata sicuramente in motivazioni economiche e politiche, ma la causa profonda che lega questi fatti va cercata tra le parole del sindaco di Sarre-Union, la località dove sono avvenuti i fatti citati all’inizio: “la giustizia stabilirà cosa è dovuto all’incoscienza, all‘ignoranza o all’intolleranza“.

Questo perché la cultura ha sempre permesso all’uomo di andare oltre i pregiudizi e le paure, mentre l’ignoranza li alimenta, come  sta succedendo in Europa.

Gandhi era un avvocato. E ha dovuto la sua istruzione agli inglesi che, nonostante gli enormi danni che fecero con il colonialismo, permisero a una certa fetta della popolazione di studiare. E questo fece la differenza: la sua è stata una rivoluzione etica, non incosciente.

Un altro esempio storicamente rilevante è quello dei neri d’America. Essi, di fatto, erano emarginati perché considerati stupidi: incapaci di leggere e scrivere, non erano in grado di muoversi all’interno della società e quindi ne venivano considerati estranei.

Poi venne permesso loro di andare a scuola: ancora una volta questo cambiò che carte in tavola.

L’istruzione ha sempre funzionato per l’uomo come un’arma a doppio taglio: prima viene usata per conquistare, poi diventa un’arma per i conquistati. Prima isolati, poi, attraverso lo studio, riescono ad avere la capacità critica che permette loro di cogliere la violenza subita. E allora diventano uomini.

In questo momento, più che mai nella storia, è necessario dare a tutti un’istruzione per poter concedere a ogni persona la possibilità di pensare con la propria testa, e non diventare uno strumento di qualcuno (come sta avvenendo nel Medio Oriente).

Stando a un rapporto dell’Unesco del 201072 milioni di ragazzi e 71 milioni di adolescenti non hanno accesso ad una scuola. 759 milioni di adulti non sono capaci di leggere e scrivere.

Per cambiare le cose, bisogna cominciare con l’aggiungere nuovi nomi agli appelli.

“L’istruzione rende le persone facili da condurre, ma difficili da guidare; facili da governare ma impossibili da mettere in schiavitù. – Lord Brougham”

Lascia un commento