Barbari, barbari, barbari e altre mille volte barbari camminano nuovamente sulla nostra bella terra. Camminano e calpestano la storia, lordando qualsiasi cosa capiti loro tra le mani. Oggi il mondo assiste incredulo all’ultimo stadio della barbarie cui purtroppo troppo spesso ultimamente ci capita di assistere: ignobili barbari hanno deciso che tagliare la testa ai vivi non era più sufficiente; ignobili, schifosi barbari hanno deciso che infangare e usare il nome di una religione non era sufficiente; ignobili, schifosi, luridi barbari, che per l’etimologia stessa del loro nome non sanno parlare, perché balbettano soltanto, hanno deciso che volevano calpestare la storia.
Coi loro martelli pneumatici e i loro scalpelli e le loro putride mani hanno deciso di distruggere testimonianze millenarie di civiltà, patrimonio di tutti, tranne che loro: solo persone stupide e piccole non hanno memoria, perché evidentemente non hanno abbastanza capacità cerebrale per contenere nozioni di storia. Loro oggi hanno calpestato ridacchiando la storia, ma a breve la storia calpesterà loro, e avranno solo motivo di pianto.
Il fatto che sentano la storia come una minaccia è eloquente: sanno che tutti quelli che in passato sono stati come loro, alla fine, sono stati vinti, non soltanto e spesso non con le armi, ma con la forza della civiltà. Tanto più sono lunghi i secoli che oggi hanno calpestato, tanto più sarà breve il tempo che loro continueranno a strisciare come vermi o come muffa su questa terra. Di quello che hanno distrutto oggi continueremo ad avere per sempre memoria, sui nomi dei barbari invece si sputerà e poi cadranno in un eterno oblio.
Che si preparino: la storia si vendicherà.
Nato negli USA, da sempre vivo in Friuli. Laureato in Lettere Classiche, sono laureato in Filologia Classica presso il Collegio Superiore dell’Università di Bologna e in Studi Interdisciplinari Europei al Collegio d’Europa, campus di Natolin. Fieramente europeo, le mie giornate son in perpetua oscillazione tra Omero e il Manifesto di Ventotene. Opero giorno per giorno per costruire una nazione, un continente, una comunità che riconoscano il valore della cultura e che in essa si riconoscano.